mercoledì 27 aprile 2016

Ritorna il Primo Maggio a Firenze



Nelle altre città non si saprebbe dire; ma, perlomeno a Firenze, quest'anno vede il ritorno in grande stile del Primo Maggio. Almeno secondo i “metei”, non si preannuncia una giornata climaticamente simpaticissima, anche se -sicuramente- sarà più simpatica del sindaco Nardella, quello che va così tanto indignato a cancellare le “scritte degli anarchici” (ben coadiuvato dalla consuetamente servile stampetta fiorentina, con in testa Repubblica e il Corriere Fiorentino) dall'Oltrarno, strombazzando della presunta “rovina di un giardino” in margine alla manifestazione antifascista del 25 aprile quando è stato quello che ha svenduto al miglior speculatore possibile l'intero giardino dei Nidiaci. Ma si stava parlando del Primo Maggio, e del suo ritorno diffuso in riva all'Arno: in effetti, mai come quest'anno sembra tutto un pullulare di iniziative, manifestazioni, presìdi.

La cosa non può fare che un estremo piacere, e va detto “senza se e senza ma”. Negli ultimi anni si è assistito infatti alla distruzione sistematica del Primo Maggio, non solo come giornata di festa e di lotta, ma anche come simbolo stesso delle lotte e delle conquiste dei lavoratori. Lotte e conquiste che, sarà bene ricordarlo anche se dovrebbe essere una cosa decisamente ovvia, sono state pagate con decenni di lacrime e sangue, di repressione e di disoccupazione forzata, fino all'attuale incadaverimento del “lavoro” in sé. Ha ancora senso, al giorno d'oggi, parlare di “lavoro”? Sarebbe una domanda da porsi seriamente. Nel frattempo, per attenerci strettamente al tema, anche il Primo Maggio è stato trasformato in una giornata qualsiasi. Una qualunque giornata di precariato, di sfruttamento, di aperture imposte, di impedimento all'aggregazione, di ricatti, di minacce. Né più e né meno di tutti gli altri giorni di lavoro, o meglio, di lavoro distrutto e trasformato in fantasiosi asservimenti a politiche economiche e sociali tipiche di un capitalismo in crisi sistemica irreversibile. Come sempre, quanto più il capitalismo si avvicina al redde rationem, tanto più mostra la sua faccia più feroce. “Crisi”, impoverimento generalizzato, sfruttamento, guerra, disoccupazione e razzismo sono soltanto gli ingredienti della stessa ricetta.

Per attenerci al piccolo e locale fazzoletto di terra chiamato “Firenze” (ma si può essere ragionevolmente certi che dappertutto è così), negli ultimi anni renziani si è visto benissimo tutto questo. Come in ogni altro luogo, cancellazione di diritti e garanzie, inibizione delle lotte salariali, impedimento della difesa dei diritti, attacchi al diritto di sciopero pronunciati proprio durante l'annuale “kermesse” renzaiola della “Leopolda” a cura di tirapiedi più o meno fighetti. Si aggiungano, naturalmente, la “riforma” Fornero e il Jobs Act. Ma occorre fare menzione anche e proprio della stessa giornata del Primo Maggio, nei cui confronti è stata effettuata una vera e propria operazione di svilimento sistematico. Non soltanto con la politica delle aperture imposte, ma anche, ad esempio, con l'istituzione di una “Notte bianca” esattamente il 30 di aprile.

Il 1° maggio 1886, i lavoratori di tutto il mondo diedero vita a una mobilitazione straordinaria con lo slogan: “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”. Lo sciopero per la riduzione dell'orario lavorativo, partito dalla fabbrica di macchine agricole McCormick di Chicago, si estese a macchia d'olio e centinaia di migliaia di lavoratori incrociarono le braccia. Seguì la sanguinosa repressione, con l'uccisione nei soli Stati Uniti di 21 manifestanti e l'ingiusta condanna di otto organizzatori sindacali Anarchici che avevano preso parte alle proteste. Sette di essi furono condannati a morte (due ebbero la condanna commutata in ergastolo); in onore di tali mobilitazioni, la giornata del Primo Maggio divenne la Giornata internazionale del lavoro. Oggi, anche in Italia, le condizioni di lavoro sono pienamente tornate a quel livello. Presentate come “misure per combattere la crisi”, sono in realtà il risultato di tutti gli attacchi alla classe lavoratrice per ridurla al silenzio e alla schiavitù.

E così, a Firenze ecco che ritorna il Primo Maggio. Non che fosse mai del tutto scomparso: qualche rara iniziativa c'era ancora, qualcuno che ha tentato qua e là di non far spegnere la fiamma. Non si sta parlando dei vuoti ed effimeri “concertoni” romani, della solita piazzona dove famosi artisti più o meno engagés si esibiscono su un palco facendo finta, per un giorno, di essere tutti dalla parte dei lavoratori. Qui si parla di iniziative dal basso, di veri lavoratori, di veri precari, di veri disoccupati, di veri giovani (studenti e non) che non pensano alla solita vituccia borghese e a fare i “cervelli in fuga” tanto strombazzati dai media di regime. Qui non si fugge affatto, e ci si riprende il Primo Maggio così come si deve.

A Firenze, ad esempio, Sindacati di Base e molte organizzazioni cittadine hanno deciso di collegare alcune iniziative pubbliche per la festa del Primo Maggio, per riscoprire e rivendicare il carattere di lotta di questa giornata, rilanciando la mobilitazione unitaria e solidale, per la riduzione dell'orario lavorativo giornaliero a parità di retribuzione, per salari dignitosi, per un giusto regime pensionistico, per la sicurezza del lavoro e sul lavoro.

Un percorso comune che inizierà nel centro di Firenze il 30 aprile alle ore 22, con una iniziativa di comunicazione con cartelli, slogan e striscioni per contestare il carattere consumistico (nonostante il solito pretesto della “cultura” tirato fuori dal Nardellus) della “Notte bianca” esattamente alla vigilia del Primo Maggio; il ritrovo è all'Ateneo Libertario di Firenze, in Borgo Pinti n° 50, alle 21,30.

Il 1° maggio, alle ore 11, si svolgerà un presidio in via Ricasoli, davanti al supermercato Carrefour, contro le aperture festive dei centri commerciali e lo sfruttamento sistematico dei lavoratori del settore della grande distribuzione. Tutti sono invitati a partecipare!

A partire dalle ore 12, ci sarà lo storico pranzo con musica presso il Fondo Comunista delle Case Minime di Rovezzano (via di Rocca Tedalda 277, davanti alla stazione FS di Rovezzano e a 50 m dal capolinea del bus 14 di via Ripa), con interventi di lavoratori, studenti e realtà di lotta. Si tratta di una delle “fiamme mai spente” di cui si parlava prima: al Fondo, il Primo Maggio è stato sempre organizzato dalle compagne e dai compagni del Collettivo, anche quando quasi nessuno più faceva nulla; ed è importante sottolineare che ciò è avvenuto e avviene in una delle principali realtà proletarie (e sottoproletarie) fiorentine dove i fascisti, che altrove oramai imperversano a Firenze con la benedizione delle giunte renziane (tant'è che fior di assessori si fanno pure fotografare assieme al ducetto di Casapound...), non si azzardano nemmeno ad entrare.

Dalle ore 17,30/18 ci si trasferisce tutti di nuovo in centro, in Piazza dei Ciompi (Loggia del Pesce) per una serata di festa e di lotta assieme alle organizzazioni antagoniste e libertarie del quartiere. Fanno la “notte bianca”? E noi gli facciamo una bella Notte Rossa sotto il naso.

Come si può vedere, un'intera giornata di festa, di mobilitazione, di lotta, di (ri)presa di coscienza che le realtà organizzatrici rivendicano con forza invitando tutta la popolazione a partecipare per un'iniziativa di classe e di coscienza. Non a caso è stato voluto, quest'anno, collegare tutte queste iniziative in un percorso comune che coinvolgesse tutta la città di Firenze, dal centro svuotato e vetrinizzato fino alle periferie proletarie. Non ci piace il “bello” di Matteino e del suo figlioccio Nardella, un “bello” di facciata che nasconde l'orrore. Non ci piace il consumismo capitalista mascherato con qualche concertino della solita “musica classica” in due o tre angoletti suggestivi del centro per dare una patina di “cultura”; da noialtri, anche la musica è autoprodotta da ragazzi e ragazze che ogni giorno devono affrontare il precariato, lo sfruttamento, la vita non solo senza “futuro” ma neppure senza presente. E che cantano tutto questo nelle loro forme. Non ci piace e non ci piacerà mai: per questo il Primo Maggio, quest'anno, torna a Firenze.

E ci piace anche rivendicare che la nostra iniziativa comune, preparata e organizzata da tempo saldando iniziative vecchie e nuove per il 1° Maggio, abbia, per così dire, contribuito a “risvegliare” anche altre realtà cittadine che, negli scorsi anni, se ne stavano lì un po' a dormire, oppure a fare pranzetti in famiglia o gitarelle in campagna e al mare. Ci fa un sincero piacere constatare che, quest'anno, tutti quanti si stiano invece dando un gran daffare nelle proprie realtà per il Primo Maggio, destandosi da un torpore che, oggi più che mai, deve trasformarsi in lotta e coscienza di classe. Con la speranza, naturalmente che da quest'anno il Primo Maggio, a Firenze come ovunque, torni ad essere quel che è e che deve essere.

Aderiscono alla Giornata del Primo Maggio a Firenze, Festa Internazionale dei Lavoratori:

Cub Firenze, Cobas Firenze, Usi-Ait Firenze, Sgb Firenze, Collettivo del Fondo Comunista Firenze, FAUC, Partito Comunista dei Lavoratori Firenze, Movimento Lotta per la Casa Firenze, Clash City Workers, Partito della Rifondazione Comunista Firenze, Collettivo SKA Galileo, Collettivo Alberti, Ateneo Libertario Firenze, Collettivo Bujanov Valdarno, Partito dei CARC Firenze.