sabato 18 aprile 2015

Santa Tortosa, protettrice di Casapound


Coverciano (Firenze), 18 aprile 2015. Blocco di via D'Annunzio a protezione di quattro fascisti rintanati.
La scena è quella oramai consueta, scaturita dalle direttive di un ministro dell'interno che, nel frattempo, sistema perbene la sua famigliuola con prebende e bei posticini. Bloccare tutto. Accessi, vie laterali, passaggi, vicoli, ogni cosa. Quando c'è da proteggere quattro o cinque fascisti che si rintanano in un fondo di venti metri quadri, fatto passare per libreria o per centro culturale (intitolato al "Bargello", che poi era la rivista del gerarca Alessandro Pavolini, fucilato a Dongo il 28 aprile 1945), non si bada a spese. Basta che i ribelli fütüristi esteti di Casapound, i fascisti del III millennio (avanti Cristo, probabilmente, visto che sono sempre gli stessi), chiamino i loro camerati in divisa a protezione, e questi arrivano in forze. Pure con la Guardia di Finanza, come si vede dalla foto; forse, chissà, ci hanno voglia di mostrare gli scontrini fiscali.

Oppure, basta che un quartiere intero, uno dei tanti quartieri delle tante città dove questi topi di fogna si sono installati col beneplacito delle Istituzioni, sdoganati con tanto di cappello e finanziamenti, alleati con il partito nazista di Salvini & co. e coccolatissimi dai media, si ribelli e dica chiaro che non li vuole -e non solo con una manifestazione di piazza-, che questi qua, zàc, organizzano una iniziativa cültürale finta come una banconota da trenta euro, alla quale invitano un loro caporione nazionale, Andrea Antonini, uno che è stato pure gambizzato per un regolamento di conti interno alla "galassia" dell'estrema destra romana. Profluvi di cultura, come si può osservare: non a caso i fascisti si sono sistemati, a Firenze, in una lunga strada che, un tempo, si chiamava opportunamente via Settignanese dato che porta a Settignano. Poi la hanno intitolata al signor Rapagnetta, o D'Annunzio, un noiosissimo poetastro specializzato in autofellazione previa asportazione di costole, considerato poco più che nulla nelle letterature europee. Un decadente estetizzante minore coi suoi ninfali, i suoi aeroplani, le sue figlie di Iorio e le sue piogge nel pineto. Ma assolutamente perfetto per i coglioni fascisti di ogni millennio. E' per tutto questo che oggi, a Firenze, quartiere di Coverciano, è sorto l'ennesimo giorno di Santa Tortosa. La loro indefessa protettrice.
 
Il corteo antifascista in via dei Falcucci.
 
Di strade bloccate, di schieramenti poderosi, di accessi proibiti, di linee dell'autobus deviate, di traffico eliminato, di quartieri interi isolati a causa di questi pezzi di merda ne ho visti, oramai, a tonnellate. In ogni città dove sono stato; Roma, Torino, Milano, Bologna. A Firenze, pochi mesi fa, ho visto scontri e manganellate per una ventina di questi dannunziani, confinati in una piazzetta di Peretola e insultati dalle finestre mentre Santa Tortosa li proteggeva in forze. Oggi, però, per me è stata una cosa abbastanza particolare; Santa Tortosa, protettrice di Casapound, l'ho vista all'opera nel quartiere dove sono nato. Strade che sono state le prime che ho visto. I giardini pubblici dove andavo a giocare da piccolo. Via dell'Arcolaio sbarrata con transenne incatenate, e pure ben sbirrata.

Via dell'Arcolaio sbarrata e presidiata in forze.
Si sono sistemati, i fascisti del III millennio, in una piazzetta dove c'è tuttora il gommaio che ha sposato una ragazza che abitava nel mio palazzo. Dove c'è il benzinaio dal quale ho fatto il primo rifornimento della mia vita, neopatentato a diciott'anni. Dove una sera, mentre stavo pomiciando con una ragazza, fui apostrofato duramente da un'anziana signora scandalizzata che minacciava di chiamare la polizia. Chissà come l'avrebbe presa, quell'anziana signora, se avesse visto la sua polizia non interrompere le effusioni di due adolescenti, ma proteggere degli imbecilli asserragliati in un bugigattolo; ma, non per niente, tale bugigattolo ribelle e non conforme è intitolato al "Bargello", che nell'antica Firenze era, toh, il capo della polizia. Dev'essere proprio un legame storico. Questi qui, anche se aprono lo sgabuzzino per bersi una birra, chiamano la Digos; davvero dei ribelli veramente fulgidi. Tranne quando, naturalmente, non si organizzano per andare a colpire persone inermi, immigrati (come il loro camerata Casseri in piazza Dalmazia e al mercato di San Lorenzo), lavoratori, studenti. Il compito che avevano anche nel secondo millennio, quello di servi dei padroni.

Via Martini. Sound System con l'Ape di un muratore.
Snocciolarsi tutte le strade della propria infanzia, della propria adolescenza. Via Manni, la via delle case popolari che, nei primi anni '70, videro una lotta durissima per il diritto alla casa, durata mesi. Coverciano, già. Lo conoscerete in molti questo quartiere di Firenze, per via della "nazionale" di pallone; ma è un quartiere popolare. Aprirci un covo fascista? Quand'ero ragazzo, la parola "fascista" non poteva nemmeno esserci pronunciata. Ci avevo, proprio sotto casa, una sezione della Democrazia Cristiana dove, una bella mattinata d'inverno, verso il '75 o '76,  ci fecero un bel focherello. E che ci volete fare; faceva freddo. Ora, in via Manni, ci si passa ricordando sì le vecchie lotte; e ricordando anche un ragazzo, Rodolfo Boschi, che proprio quarant'anni fa fu ammazzato a Firenze da agenti in borghese, durante una manifestazione in centro. 18 aprile 1975. Il 18 aprile 2015, invece, era in azione Santa Tortosa. Stava là a proteggere, a impedire, a bloccare, a sbarrare. Stava là ben schierata mentre un quartiere intero sfilava a dir loro di levarsi dai coglioni da Coverciano e di non azzardare più a rimetterci piede. 

Stava là, Santa Tortosa, con tutti i suoi devoti. Con un profluvio di tenute antisommossa, di scudi, di armi, di blindati. Pure Coverciano è entrata nel club del delirio fascioprotettore. Un'alluvione di rientri a casa dalle loro mogliettine, di amori ai loro figlioletti, di carezze, di calde docce cameratesche e, magari, pure di voti al PD -come ha dichiarato l'agente Tortosa col rischio pure che sia verissimo. Più in là, nella piazzetta del gommaio, del benzinaio e dell'anziana signora che si scandalizzava per i baci di due diciassettenni, un bandone sbarrato dietro al quale stava qualche ratto puzzolente, e davanti al quale stava Santa Tortosa, quella le cui statue piangono lacrimogeni.