domenica 15 marzo 2015

Ricevere un'ovazione



Sono solito dire di avere un abbonamento con l'assurdo. Tutta la mia vita è stata una sequela di avvenimenti più o meno assurdi; alcuni banali, alcuni tragici, alcuni divertenti, alcuni sconcertanti. Oramai ci ho fatto talmente il callo da non curarmene quasi più; si allargano le braccia, e si tira avanti.

Circa venti minuti fa, a un quarto alle una, me ne stavo tornando a casa a piedi dalla fermata Batoni della tranvìa. Ho già raccontato delle mie usuali camminate notturne per tornare a casa, passando per via del Palazzo dei Diavoli; ma stanotte ho deciso di fare la parallela, via Torcicoda. Ad un certo punto si deve girare per una strada che è semideserta di giorno, e figurarsi quindi di notte: via Antonio Ciseri.

Se qualcuno, per caso, legge l'altro mio blog dedicato alle vecchie automobili che si vedono in giro per Firenze, il Treggia's Blog, si ricorderà forse di questa strada. E' una di quelle che, su quel blog, chiamo treggiaje: non si sa per quale motivo, vi si trovano spesso parcheggiate vecchissime automobili che, invariabilmente, mi metto a fotografare per una delle mie bizzarre passioni.

Ero uscito prima delle 23 da un posto parecchio lontano da casa mia, per andare a prendere l'autobus delle 22,55. Il quale ha saltato la corsa; prossimo passaggio, alle 23.34. Trentanove minuti a una fermata, steso a sedere sul marciapiede. E' arrivato l'autobus, un'altra trentina di minuti di percorso dato che era pure deviato per dei lavori in una strada del centro storico. Presa la tranvìà a mezzanotte e quindici, pigliando quasi a ceffoni un bimbominkia di sì e no quattordici anni, che ostruiva l'entrata con tanto di regolare smartphone di merda e pettinatura col ciuffettino alla elettroencefalogramma piatto. Accanto a costui, un altro pischellino a cui una bimbetta di pari età stava palesemente strusciandosi; ma egli se ne fregava del tutto, preferendo lobotomizzarsi sul telefonino. Tanti bei piccoli robot.

Sceso a Batoni. Cominciata la camminata verso casa: sono circa due chilometri e mezzo a piedi, che si faccia qualsiasi percorso. Con normali e piccole pause, e con la garanzia che non sempre si ha voglia e capacità di far poesia. Tutto questo per trovarmi all'appuntamento che mi aspettava.

In via Ciseri, mentre camminavo tranquillo e in silenzio, con le mani in tasca del mio giubbottaccio sdrucito, circa alle ore 0,45 ho ricevuto un'ovazione; nel senso che sono stato centrato in pieno da un uovo di gallina.

Vale a dire che qualcuno, da uno stabile di fronte, ha atteso quell'ora per decidere -per motivi altamente insondabili- di tirare un uovo dalla finestra a un quarto alle una, in una strada deserta; e esattamente mentre stavo passando io.

Mi sono ritrovato lì, col giubbotto sdrucito sporco di albume e di tuorlo, e con il resto dell'uovo spiaccicato un po' per terra e un po' sul bauletto di un motorino. Dietro di me, la persona che mi stava accompagnando. Poteva toccare a lei, è toccato a me. Naturalmente.

Poiché non stavo dando in schiamazzi notturni, ma anzi camminavo in perfetto silenzio, considero inattendibile che il lancio dell'uovo fosse diretto specificamente a me. Né è probabile che una gallina stesse volandomi sul capo (certo, se si crede alle storielle delle varie religioni si potrebbe credere anche a una gallina che vola, ma non è il mio caso). Dai resti , si evinceva che era un normalissimo uovo del supermercato; indi per cui, qualcuno aveva stabilito di doverlo lanciare in via Ciseri.

Che sia stato per una lite in famiglia, nel qual caso questo gesto di rabbia può magari averne risparmiati di ben peggiori; che sia stata una forma di solitaria protesta per una frittata non particolarmente appetitosa servita a cena; che sia stato per aver trovato un uovo marcio nel frigo ed aver così manifestato il proprio disappunto; che sia stato per un qualche cazzaccio di altro motivo che non mi sarà mai dato sapere. Il fatto è che quell'uovo se l'è beccato addosso il sottoscritto, con un lancio precisissimo in una strada buia.

Cioè, provateci voi a mirare -anche di giorno- un passante con un uovo. Manco foste campioni olimpionici di tiro. Beh, eccomi qua. Ho allargato le braccia e ho proseguito. Nemmeno agitandomi troppo. Un normalissimo "Ma che cavolo è..?!?", niente di più.

Ricevuta l'ovazione, certo, mi è venuto qualche pensiero.

E se invece di lanciare un uovo, il tipo o la tipa che lo ha lanciato avesse deciso di imbracciare un AK47?  O di esercitarsi nel tiro al passante con quell'Opinel nuovo nuovo regalatogli dalla zia? O di festeggiare l'arrivo della primavera con un raudo fischione stile bomba carta? Chissà. E così devo pure ringraziare che fosse solo un uovo vagante, e non una pallottola.

E c'ho li testimòni.

Buonanotte.