venerdì 10 ottobre 2014

Loukanikos sulla luna




Se stasera si guarderà la Luna, ci sarà anche Loukanikos. Ha passato, come diceva non mi ricordo quale essere umano, il suo quarto d'ora di notorietà, e qualcuno magari se ne ricorderà pure: il cane delle manifestazioni greche, sempre in prima fila, chiamato in un primo tempo Kanellos (o forse era un altro cane, quando c'entrano mezze leggende anche i nomi fluiscono), che vuol dire "valoroso" in greco, e poi riportato ad un ben più prosaico e canino nome (Loukanikos vuol dire "salsiccia", come la lugànega, nel quale si tramanda il nome della Lucania, antichissima terra d'insaccati di maiale). Ma quel cane c'era per davvero, in mezzo ai riots di questi anni a Atene; leggenda sia, ma stavolta è un mito con tanto di fotografie e di lacrimogeni polizieschi, soprattutto. Perché pare proprio che Loukanikos, che aveva una decina d'anni (età più che rispettabile per un cane) sia stato, come dire, aiutato a morire dal fumo del CS che ha respirato di continuo.


La foto sotto il titolo è, probabilmente, la più famosa del bastardone ambrato senza padroni. Ripreso mentre abbaia a uno squadrone di poliziotti in tenuta antisommossa. Lui sta facendo semplicemete il cane, però. Non era né un anarchico e né un compagno: era un cane. Come tale, abbaiava a una fila di malfattori che invito a guardare bene: tutti uguali. Sembrano clonati. I ragazzi venuti dal Brasile. Automi, con davanti un essere vivente che fa quel che gli dice la sua natura. Poi non so, e non posso sapere, se alle manifestazioni e agli scontri qualcuno ce lo portasse, o se ci venisse da solo; c'è anche da credere che si divertisse semplicemente come un matto. E poi ve lo posso dire per esperienza, mettiamola così: ad ogni manifestazione, dovunque nel mondo, ci sono decine di cani. A quelle greche non ci sono mai stato, ma ne ho visti altri di cani abbaiare alla polizia; ivi compresa l'Askina, la cagnetta di una ragazzina che conosco, che con un Loukanikos ci se ne farebbe tre. E ivi compresa la Stellina, che a cagnare va spesso in posti dove di CS ne lanciano parecchi, e a tutto quello che si muove. 

Retorica no, Luna sì. Anche perché, almeno per ora, si presume e si spera che sulla Luna non arrivino i lanci di gas, gli spray al peperoncino, le pistole elettriche, i manganelli, le prese di contenzione, i controlli delle assicurazioni dei motorini. Tutto sommato non sarebbe male raggiungere Loukanikos sulla Luna e mandarli tutti nel culo, quelli di quaggiù. Dicono sia diventato un simbolo, ha avuto canzoni, insegne di negozi, persino la copertina di Time; a lui, però, sono ragionevolmente certo che non gliene fregasse un emerito cazzo. Lui andava e abbaiava, e l'Astynomia ci stava persino parecchio attenta, lacrimogeni a parte. Avesse ammazzato un simbolo come quel cane, sarebbe stato molto peggio che ammazzare qualche ragazzino di quindici anni, qualche immigrato o qualche rapper; i quali, davvero, vorrei che stasera, naturalmente sempre sulla Luna, facessero giocare Loukanikos e gli lanciassero palline e stecchi (con l'assenza di gravità dev'essere proprio un bel gioco). Basta candelotti, finalmente. Lo hanno chiamato in trecento modi, il cane black bloc, il Riot Dog, il cane anti-troika; sulla Luna potrà fare, finalmente, il cane e basta. E magari farci delle belle pisciatine in testa, anche se un uccellino mi ha detto che cadranno più volentieri sui caschi e sulle divise antisommossa che sui manifestanti. 

Sulla Luna, poi, c'è sempre un discreto viavai. Ora pare che stia arrivando una comitiva di studenti messicani. E di ragazze curde. Addio, Loukanikos, stasera sentirai che ululati e che abbaiate. Qui nel mio cortile hanno già cominciato, e pensa che c'è una cagnona lupa che si chiama come te: Salsiccia. Qua la zampa, amico. Qua la zampa.


Post Scriptum. Però, come prossimo animale-simbolo delle manifestazioni e delle sommosse, spero arrivi un Velociraptor. Secondo me sarebbe molto, molto efficace; e le salsicce di sbirro gli piacciono particolarmente. Lo si potrebbe chiamare Batsòfagos ("mangiasbirri").