domenica 1 giugno 2014

Fratellini (e sorelline) d'itaglia



Giusto alla vigilia del due giugno, festa della repubblica "nata dalla resistenza" e con quella sua famosa "costituzione" immancabile feticcio di demokratici, sinistri "radicali", robertibenigni, giuristi per caso, zagrebèschi, donciotti, effetrentacinque, anacronistiche pulsioni e chi più ne ha, più ne metta, trova l'ennesima e perfetta applicazione quella sua famosa "disposizione transitoria" che prevedeva il divieto di ricostituzione del dissiòlto partito fassìsta in ogni sua forma eccetera (tant'è vero che già nel '46 si costituiva il MSI). Nel paese con la "costituzione più bella del mondo" (sembra che abbia persino vinto il titolo di "Miss Constitution" nel '79), i fascisti sono dappertutto. Sono liberi di scorrazzare come e quando vogliono, mandano i loro Casseri in piazza Dalmazia, siedono in tutte le istituzioni democratiche da quelle locali a quelle nazionali, hanno presenze massicce nelle "forze dell'ordine", festeggiano giovannigentile, franchi tiratori e marcesurroma a Predappio, ci hanno un bel po' di fedeli calciatori grand'eroi dello spòrte e, naturalmente, continuano a tirare fuori i coltelli.

Ieri sera a Torino, un ragazzo di 27 anni -sembra dello squat Mezcal ma le notizie sono ancora frammentarie- è stato accoltellato sul metrò da un gruppetto di fasci, giovanissimi, composto da quattro stronzetti e due stronzette. Si sono accorti del suo abbigliamento, individuato come "antagonista", e lo hanno aggredito prima a calci e pugni, e poi a coltellate perforandogli un polmone. Il ragazzo è attualmente ricoverato all'ospedale Mauriziano, in prognosi riservata ma pare (fortunatamente) non in immediato pericolo di vita. Due fasci, uno di 18 anni e l'altro minorenne, sono stati arrestati. Eccoli in azione, i fratellini d'itaglia, i vigliacchetti nutriti e foraggiati dalla "repubblica antifascista" che da quasi settant'anni altro non fa che coprirli e servirsene per piccole e grandi incombenze, dagli accoltellamenti sul metrò alle bombe sui treni.

Magari a qualcuno verrà in mente di dire che sono "ragazzini", che sono "ignoranti", che sono dei pischellotti con un quoziente d'intelligenza inferiore a quello di una melanzana; intanto, però, di qualcosa sono stati imbevuti e sanno di poter contare su un ben preciso retroterra, su connivenze e su un'intera "cultura" ben organizzata. E tirano fuori il coltello per colpire un ragazzo inerme e senza nessuna possibilità di difendersi. Fra due giorni ci sarà il consueto leguleio che "escluderà i motivi politici", pare già di vederlo; e avanti il prossimo. Domani sfileranno presidenti, retoriche e parate militari, e magari ci sarà anche una bella spruzzata di "nostri marò" (quelli espressamente nominati da Giorgio Napolitano nella sua allocuzione del 25 aprile).

Del resto, il termine "marò" veniva usato comunemente anche per i membri della X MAS di Junio Valerio Borghese, una cosa che dovrebbe prima o poi essere ricordata. Tutto questo accade nel bel paese della "coesione" che si prepara al rito dei mondiali di pallone; profluvi di bandiere, di frecce tricolori, di jobs act, di sgomberi, di utenze tagliate, di poveri cristi schiacciati a morte in Borgo San Frediano, di repressione giornaliera, di telecamere, di "legalità" e, ovviamente, di gente accoltellata sul metrò perché ha la sfortuna di imbattersi nei bravi ragazzi (e nelle brave ragazze) d'itaglia.

Fatevela pure la vostra festicciola. Tanto è già finita prima di cominciare, davanti a un letto d'ospedale dove sta distesa un'altra persona che ha avuto un polmone perforato dalla vostra "democrazia". Alla quale va, per quel che può servire, un abbraccio forte.