venerdì 22 novembre 2013

La rivendicazione per l'eliminazione dei due nazisti di Alba Dorata da parte delle Forze Combattenti Popolari Rivoluzionarie. 2° Capitolo (2a parte).


La memoria di classe: l' "attrezzo ginnico per la rivoluzione sociale (2/2)

Come ha dimostrato la recente storia greca, l'esistenza di meccanismi parastatali e l' “amabile” collaborazione con lo Stato e con la polizia è un fatto appurato. Dai “Chites” a quelli del “Battaglione di Sicurezza”, dai Manganàsi ai Sourlis e a Papadongonas, da tutti quelli che hanno ammazzato comunisti e combattenti della Resistenza Greca davanti agli occhi delle forze armate e in collaborazione con le forze armate, dai Maydes”ii della guerra civile che stupravano e decapitavano partigiani già morti dietro compenso, fino agli assassini di Lambrakisiii per arrivare ai giorni nostri, all'EPENiv , a Voridisv che si presentò con un'ascia alla facoltà di chimica nel 1985, ai “Centauri & Rangers” di Nuova Democrazia, agli assassini di Temboneras (Kalambokas, Spinos e Marangòs) a Patrasso nel 1991vi e agli albadoristi accoltellatori e assassini come Roupakiàs, lo Stato e specialmente la polizia ha sempre sostenuto e protetto questi schifosi in quanto li utilizzava come riserva contro il nemico “esterno”. Assai semplicemente, il “kypatzìs”vii Michaloliakos si è sempre trovato a disposizione dello Stato nelle sue componenti profonde.

Sbirri e fascisti sono i mastini del capitale. La repubblica parlamentare borghese e il fascismo sono due facce della stessa medaglia, vale a dire forme diverse di influenza del sistema capitalista. Lo Stato e il capitale generano il fascismo, come recita un vecchio slogan anarchico greco. Lo dimostrano tutti i riferimenti storici a partire dal periodo tra le due guerre fino alle rovine lasciate dalla 2a guerra mondiale, e tutte le analisi storiche sul nazismo hitleriano, sul fascismo mussoliniano in Italia e sul franchismo in Spagna, ed anche sulla nostra storia, quella del fascismo greco. Per questo motivo, anche l'approccio rivoluzionario alla Storia è un patrimonio importante per il movimento rivoluzionario.

La memoria di classe è un'arma nelle mani degli strati popolari. È il patrimonio che si irride della falsificazione storica, la caratteristica che non permette che si infiltrino sempre più profondamente l'errore, i dubbi creati ad arte e la propaganda ideologica. E si tratta, d'altronde, del punto fermo che questo mondo contrappone agli orrori dello strangolamento economico e della repressione da parte dello Stato. La memoria di classe non è la memoria di un pesciolino rosso in una palla di vetro trasparente, per fargli mangiare quel che gli danno e riprodurre la retorica del potere. La memoria di classe è quella che ci insegna che il capitalismo si è sempre servito di quel che voleva per soddisfare i suoi appetiti, ora la democrazia e ora il fascismo. La memoria di classe ci dice che ogniqualvolta i fascisti sono stati colpiti “con i mezzi e negli ambiti della democrazia”, si sono ripresi in breve tempo. Dai nazisti nella Repubblica Federale di Germania del dopoguerra fino alla Grecia, dal picchiatore Gontzamanisviii fino al torturatore-capo della Giunta, Malliosix, ogni tipo di potere ha fornito loro non soltanto immunità, ma anche cariche statali.

D'altra parte, bisognerà mettere l'accento anche sulla palude teorica di coloro che possiedono sì la memoria di classe, ma che si distanziano stabilmente dalla guerra di classe. La conoscenza storica si trasforma molte volte in un'àncora. Chi si opponex trasforma la memoria di classe in un peso, si riferisce eccessivamente al passato facendo rotta verso l'ieri e senza attualizzare la lotta al presente. Anche per questo, la sinistra opportunistica (e non solo essa) rimane attaccata a sterili denunce. La teoria senza pratica sono parole al vento. La coscienza di classe esiste, acquisisce la consistenza che le si confà e si incarna nell'agire di propria iniziativa, nella complicità e nel coinvolgimento attivo nel redigere su carta un programma di cambiamentoxi fino alla sua realizzazione pratica. Altrimenti puoi restare stoicamente a osservare mentre ti annientano.

Dunque, se bisogna ridirlo, che lo si ridica. Gli sbirri e i fascisti sono i mastini del capitale. La repubblica parlamentare borghese e il fascismo sono due facce della stessa medaglia, ovvero del sistema capitalista.

I fascisti, sia come tali, sia come nazionalsocialisti, sia come nazionalisti greci, non sono mai andati via dalla Grecia. A partire dalla “dittatura del 4 agosto” di Metaxàs, dai collaborazionisti coi nazisti, dai “Chites”, dalle milizie al servizio dei tedeschi e dagli informatori durante l'Occupazione e la Resistenza dell'EAM-ELAS, dal napalm americano usato per reprimere e annientare l'epopea dell'Esercito Democratico, dal plotone di esecuzione, dalle persecuzioni alle isole desertexii, fino a arrivare ai Gontzamanis che godevano di impunità anche prima della giunta dei Colonnelli e che ricevettero durante essa cariche ufficiali; dalle “mele marce” della Giuntaxiii fino al “cambio di guardia” del regimexiv, fino ad arrivare alla Metapolitefsixv; dall'EPEN fino al suo uso come “forza di riserva” e fino all'attuale Alba Dorata in questo periodo di crisi economica, i fascisti sono stati sempre qui. Non si tratta di un fenomeno passeggero, non è un illusorio fuoco d'artificio; e la memoria di classe è illuminante per capire quali tattiche debbano essere adottate, quali opportunità debbano essere colte e quali riflessioni debbano essere fatte sulla natura profonda del fascismo.

Al tempo stesso, a mo' di aggiunta e di fronte all'attuale politica di destabilizzazione da parte del sistema, la propaganda -degna di un Goebbels- del Ministero dell'Interno rigurgita regolarmente di informazioni sul pericolo di un colpo di stato. Dal generale Frangos Frangoulisxvi e dalle oscure e sotterranee conventicole di cospiratori fino alla presa diretta del potere da parte di Alba Dorata, tutta quest'abbondanza di notizie sul golpe rafforza il potere e ne ripulisce la faccia. La memoria di classe ci dice invece che la messa in opera di uno stato totalitario non si ottiene sempre mediante una presa di potere immediata o un'azione improvvisa, come sappiamo dalla scelta che il potere compie tra la restaurazione e il colpo di stato militare.

La memoria di classe del movimento radicalexvii, e lo diciamo seppure in forma condensata o solo accennata, è uno dei fondamenti della formazione politico-militare, dell'organizzazione e della controffensiva del proletariato rivoluzionarioxviii. Attualizzata all'oggi, contribuisce come “attrezzo ginnico”xix per gli esercizi di rivoluzione che anticiperanno opportunamente la realistica guerra di classe per il completo rovesciamento del sistema capitalista in Grecia. Per la controffensiva di classe nel Paese e in tutti gli altri paesi europei. Per l'attacco decisivo da sferrare al capitale straniero e interno, allo Stato e al suo parastato fascista. Per l'abbattimento della repubblica borghese e della dittatura economica dei mercati di cui è al servizio.

Note al 2° Capitolo (2a parte)

i Vangelis Manganàs guidò nel 1946 nel Peloponneso un colpo di mano monarchico nella regione controllata in gran parte dalle forze comuniste dell'EAM-ELAS, durante la guerra civile greca. (ndt)
ii Ovvero i membri delle MAY, Monades Asfalias Ypaithrou Unità di Sicurezza Rurale”, altra milizia parafascista durante la guerra civile greca. (ndt)
iii Il deputato pacifista che fu assassinato nel 1962 a Salonicco dalla destra fascista. Vicenda narrata nel film di Costa-Gavras “Z – L'orgia del potere”. (ndt)
iv L'EPEN (Ethniki Politiki Enosis “Unione Politica Nazionale”) è il partito nazionalista di estrema destra fondato nel 1984 dall'ex dittatore Georgios Papadopoulos. Si considerava il corrispondente greco del “Front National” di Le Pen, e ne aveva adottato il simbolo a sua volta ripreso dal MSI italiano (la “fiamma che arde” coi colori nazionali). Si sciolse nel 1996 dopo avere ottenuto un misero 0,24% alle elezioni politiche, ma era arrivato al 2,3% e a un deputato al parlamento europeo. I suoi membri sono confluiti generalmente in Alba Dorata. (ndt)
v Mavroudis (Makis) Voridis, avvocato, nato nel 1964, è stato leader studentesco fascista prima di fondare, nel 1994, il “Fronte Ellenico” con il quale si è candidato (con scarso successo) alla poltrona di sindaco di Atene; il suo slogan elettorale era “cartellino rosso agli immigrati”. Il Fronte Ellenico si è sciolto nel 2005 confluendo nell'allora in voga LAOS (vedi nota xiii nella versione complessiva / nota ii di 2/1 nella versione su blog); Voridis è stato eletto deputato nel 2007. Nel novembre 2011 Voridis è stato nominato ministro per le infrastrutture e trasporti nel governo “tecnico” di Loukas Papadimos (nei media europei chiamato “Lucas Papademos”); a seguito di ciò, è stato espulso dal LAOS ed è entrato in Nuova Democrazia. Si definisce attualmente un “liberaldemocratico nazionalista”. (ndt)
vi Temboneras era un insegnante di matematica ucciso nel 1991 a Patrasso da esponenti fascisti locali durante uno sciopero. Dei tre assassini, Kalambokas è ora un esponente di spicco di Alba Dorata (ndt)
vii Con questo termine si indica in Grecia chiunque lavori a vario titolo coi servizi segreti (KYP = Kratikì Ypiresia Pliroforiòn “Servizio Statale di Informazioni”). (ndt)
viii Non sono qui riuscito a reperire notizie certe su questa figura. (ndt)
ix Evangelos Mallios era un poliziotto accusato di avere torturato numerosissimi prigionieri durante gli anni della dittatura. Ai suoi funerali partecipò vistosamente Michaloliakos, il leader di Alba Dorata. (ndt)
x Il termine qui usato nell'originale (οι αντιστεκóμενοι) significa genericamente “gli oppositori” e può riferirsi agli oppositori parlamentari ma anche genericamente a quelli che da noi si chiamano, e spesso si autodefiniscono, “resistenti”. (ndt)
xi Qui si ha un tipico caso di traduzione forzatamente controversa, di cui il traduttore deve rendere conto prendendo una posizione. Il termine ανατρεπτικός dell'originale significa “sovversivo”, “eversivo”; nella prima sfumatura è usato anche da chi si ritiene un sovversivo, nella seconda -come in italiano- ha un uso più amato dalla magistratura e dalla polizia (si vedano le “trame eversive” ecc.). Poiché ritengo questo documento una rivendicazione di un atto politico, niente più e niente meno, mi astengo dal tradurre con aggettivi che sembrano fatti apposta per “far pensare” e mi attengo alla sua etimologia (ανα-τρέπω “rovesciare; rivoltare”). Traduco “cambiamento” anche se ugualmente accettabili potrebbero essere “rovesciamento” e, soprattutto, “rivolta”. (ndt)
xii Il riferimento, automatico per i greci, è alle isole disabitate e aride dell'Egeo (come le tristemente note Makronissos e Leros) dove erano impiantati i lager sin dalla fine degli anni '40, ripristinati dalla giunta dei Colonnelli. (ndt)
xiii Forzato adattamento della traduzione: quelle che in italiano sono le “mele marce” in greco sono “goccioline” (σταγονίδια), in riferimento alle goccioline di umido che fuoriescono dal formaggio andato a male. In italiano, ovviamente, tradurre alla lettera non avrebbe avuto senso. (ndt)
xiv La “svolta liberale” di Papadopoulos che alleggerì il regime nel 1970/71 anche per l'attività di protesta internazionale e l'isolamento in cui era stata messa la Grecia. Tale “svolta” ebbe fine agli inizi del 1973 quando Papadopoulos fu deposto e incarcerato, e sostituito dai “duri” del regime (Ioannidis e Makarezos in primis) che procedettero nel novembre del '73 alla sanguinosa repressione della rivolta del Politecnico e, poi, alla disastrosa impresa cipriota che segnò la fine della Giunta. (ndt)
xv Con tale termine (μεταπολιτεύση, alla lettera “trasformazione politica”) si indica il periodo immediatamente successivo alla caduta della Giunta, quello del governo Karamanlìs; in italiano è variamente reso (“degiuntizzazione”, “cambio di regime”, “intervallo democratico”, “periodo di adattamento democratico” eccetera, ma ne ho trovate di tutte e ho preferito lasciare in greco). (ndt)
xvi Il generale Frangos Frangoulis (anche la Grecia sembra avere il suo “generale Franco”: Frangos corrisponde esattamente a “Franco”), nato nel 1951, è Generale di Stato Maggiore dell'esercito Ellenico nonché attuale Ministro della Difesa nel governo Samaràs (si confronti, in Italia, il generale Di Paola che è stato ministro nella difesa nel governo “tecnico” di Mario Monti) (ndt)
xvii Il termine qui usato, ριζοσπαστικός, non ha in realtà nulla a che vedere con quello italiano, né con la cosiddetta “sinistra radicale” né, ovviamente, coi “radicali” liberalborghesi di Pannella & co. “Radicale”, in greco, è reso alla lettera con “strappatore di radici” (rizo-spastikos) e indica un cambiamento totale del tipo di società. Si avvicina quindi molto a “rivoluzionario”, termine con cui sarei stato tentato di tradurre ma che ho evitato per non confonderlo con il termine “rivoluzionario” proprio (epanastatikòs). L'avvertenza è però doverosa e attiene alla celebre kyriolexìa (“proprietà di linguaggio”, o “letteralità concreta”) della lingua greca. (ndt)
xviii Qui viene usato il termine “rivoluzionario” in senso proprio (epanastatikòs) (v. nota precedente) (ndt).
xix Lo sviluppo concettuale del documento mi ha fatto qui modificare il titolo di questo capitolo già pubblicato su blog. Avevo tradotto alla lettera “cavallina” (l' εφαλτήριο è propriamente il “cavallo con maniglie”) ma poi ho preferito tradurre con “attrezzo ginnico”. (ndt)