domenica 28 aprile 2013

Quasi una risata



In questa domenica di fine aprile abbiamo appreso delle cose parecchio importanti.

Prima di tutto, che a un disperato sono concesse soltanto due possibilità:

a) Il suicidio. Luigi Preiti, calabrese di Rosarno (si direbbe un posto a caso!), anni quarantanove. Muratore emigrato in Piemonte da circa vent'anni; lavoro perso da poco, separazione dalla moglie. Caduto in preda ai videopoker, così come la pensionata al minimo che compra cento euro a botta di Gratta e Vinci. Come dire: il suicida paradigmatico. Di quelli perfetti per le làgrime e per i cordogli preconfezionati a base di "crisi". Poniamo che, oggi, Luigi Preiti si fosse buttato sotto il classico treno, o infilato in bocca la canna del gas; testimonianze dei vicini, accuse dei conoscenti, qualche articolo di giornale e/o di blog, la commossa omelia del sor parroco e gli immancabili applausi alla bara. Dimenticavo: l'articolo serio & sentito di Repubblica, naturalmente relegato chissà dove dato che oggi giurava il governo e si giocava un'importanta giornata del campionato di calcio.

b) La strage familiare (con o senza suicidio). Luigi Preiti, calabrese di Rosarno (si direbbe un posto a caso!), anni quarantanove. Muratore emigrato in Piemonte da circa vent'anni; lavoro perso da poco, separazione dalla moglie. Caduto in preda ai videopoker, così come la pensionata al minimo che compra cento euro a botta di Gratta e Vinci. Come dire: lo stragista familiare paradigmatico. Di quelli perfetti per le giustificazioni a base di "crisi". Poniamo che, oggi, Luigi Preiti si fosse presentato a casa dell'ex moglie e l'avesse ammazzata assieme ai due o tre figli; testimonianze dei vicini, una famiglia tranquilla, maledetta crisi, accuse dei conoscenti, l'articolo di Repubblica seguito dal tormentone ("Stop al femminicidio"), la ricerca se gli fosse stato dato o meno il porto d'armi.

E' successo invece che Luigi Preiti, anni quarantanove di Rosarno, oggi ha sparigliato le carte in tavola. Niente suicidio. Niente famiglia.  Luigi Preiti ha deciso di puntare al cuore del problema.

Così abbiamo imparato la cosa fondamentale:

Che se ti ammazzi, oppure ammazzi i tuoi cari (poi suicidandoti o meno) sei un povero disperato degno della massima comprensione, schiacciato dalla "crisi", "senza più un futuro", divorato da (mercato - banche - Equitalia / barrare con una X), eccetera; che se, invece, vai a sparare dichiaratamente a dei politici beccando due tizi il cui mestiere è servire lo Stato, ivi compreso proteggere una mànica di stronzi anche a costo della vita, sei un folle. Uno squilibrato. Uno da schiacciare per terra, ferito. Uno da edizioni straordinarie perché poco più in là c'erano loro coi loro governi e i loro ministri. Uno che passerà in galera, probabilmente, il resto della vita o perlomeno la maggior parte.

Abbiamo anche imparato le querule cacatine nelle mutande dei suddetti politici, ai quali il signor Luigi Preiti -mi sa- deve aver messo una bella fifa addosso. Come erano belli i suicidi quotidiani, gli imprenditori che si impiccavano oberati! Che figo il disoccupato che si dà fuoco, quale supremo atto d'accusa! E i tre parenti stretti col loro suicidio seriale? Tutte cose fantastiche per un'infinita serie di cose, dal Papa all'Angelus al blog indignàdo, da una puntata della Vita in Diretta alla commozione di Nichi Vendola. Oggi, invece, le reazioni sono molto, molto diverse. Ci sono persino fascisti come Alemanno e La Russa che insorgono contro il "clima di esasperazione contro il palazzo".

L'ha combinata davvero bella, Luigi Preiti. Per combinarla s'è pure messo il vestito della festa, in giacca e cravatta; mica voleva presentarsi vestito poco bene a quell'appuntamento cruciale. Quello in cui la disperazione si tramuta in rabbia, in distruzione; ma non contro se stesso o contro persone vicine. Contro chi ce lo ha messo, in questa situazione. Ed è questo che, oggi, venuto finalmente allo scoperto, fa una paura terrificante a lorsignori.

E hanno ragione i colleghi dei carabinieri feriti, quando urlano: "La gente non ne può più e se la prende con noi." Hanno individuato un problema che non farà più dormire sonni tranquilli. Lo hanno espresso a chiare lettere. Mancherebbe solo che, un bel giorno, questi eroici servitori si stufassero di servire e di proteggere, e di fare da bersagli (sia pure, va detto, bene armati). 

Perché a quelli lì vai bene solo quando colpisci te stesso oppure la tua famiglia, dei vicini di casa, persino degli sconosciuti che passano per la strada; quando invece individui dove stiano davvero le cause di tutto questo, allora non vai più bene e l'unica cosa che ti aspetta è essere schiacciato sul selciato e portato via mentre il professorone, la campionessa olimpionica e il banchiere giurano davanti al Presidente. Per questo ti metti il vestito della domenica, e nonostante tutto, seppur ridotto a un oggetto senza valore da calpestare coi piedi, trovi il tempo per un sorriso. Quasi una risata, come si vede nella foto.

Lo avevano detto che una risata vi distruggerà!