giovedì 20 settembre 2012

Lino e la cascata


Da qualche giorno avevo come una specie di conto in sospeso col Friuli, dopo l' "exploit" di un ex consigliere comunale udinese della Lega Nord che, oramai, non è più nemmeno il caso di nominare. Ho messo quindi in campo un efficace antidoto, vale a dire un Friuli completamente diverso, antitetico a quello del "dòrdul", rappresentato dal signore con la chitarra che si vede nella foto. Si chiama Lino Straulino e chissà che qualcuno dei miei settantanove lettori non lo conosca già, almeno di nome.

Mi è capitato di vederlo suonare e cantare una volta, Lino Straulino, qui a Firenze. Una serata un po' strana, devo dire; il pubblico, non particolarmente numeroso, era diviso in due categorie. C'erano quelli che erano sinceramente interessati e che ascoltavano anche le spiegazioni che Straulino preponeva a ogni cosa che cantava; ma, poi, le cose in questione erano rigorosamente in friulano stretto, e il friulano è un'altra lingua. C'era, poi, un gruppo di "friulani a Firenze" che, evidentemente, credeva di avere a che fare con il classico "cantante folk" e chiedeva a gran voce roba tipo "Stelutis alpinis". 

Il qui presente è, notoriamente, un tipo parecchio strano; tra le mie stranezze rientra l'essere un implacabile rompicoglioni di me stesso. Facendola breve, non sopporto di non capire quel che si dice; che sia una canzone, un testo qualsiasi, un elenco del telefono o un chicchirillò legato a un filo, se il Lino Straulino, una bella sera, mi canta delle canzoni che ho trovato musicalmente molto belle, ma nelle quali non ci ho capito assolutamente un'acca, bisogna che mi dia da fare. E me lo sono dato, a modo mio. Impratichendomi un po' col friulano, tanto di quel che basta per farmi schiudere un po' una parte di mondo che mi era ignota. Non è mica difficile impratichirsi un po' con una lingua; basta averci un motivo per farlo.

Così, tanto per ribadire che siamo in un Friuli in un'altra galassia rispetto a quello dei Lucadòrdoli, accanto alle canzoni popolari e ai testi poetici (ad esempio del grande Ermes di Colloredo) che Lino Straulino riscopre e riarrangia da musicista di prim'ordine, ho scoperto alcune cose scritte di sana pianta, cose di un durissimo e scarno presente. Cose in cui il Friuli non è diverso da nessun'altra parte del mondo di cui fa parte. Come questa, che vorrei far ascoltare. Vi si parla di una cascata, la Cascata di Salino. Mettiamola così; e consiglio di ascoltarla perbene. Il testo e la traduzione sono sotto il video; ve lo avevo detto che mi sono impratichito col friulano di tanto quel che basta, dato che, a suo tempo, ho dovuto anche trascrivere il testo all'ascolto perché in Rete non c'era verso di trovarlo. In Rete si trova tutto di tale Rihanna, in compenso. E si trovano i lucadòrdoli, va da sé; ma i lucadòrdoli non sono né "friulani", né di qualsiasi altra parte del mondo.



Lavorâ l'è diventât 
Un biel casin 
Lavorâ è cirî 
Di puartâ a čhase la piel 
Dal lunis al viners cence respîr 
E sàbide e domenie int un altri cantîr 

Pàssin leğs ogni dì, 
Pàssin leğs tal parlament, 
Pàssin leğs ogni dì 
Pe fâ content il president 
Pàssin pez ogni dì 
Pàssin pez daj lôr tacuins, 
Pàssin pez tanche l'aghe 
Ta pissande di Salin. 

Lavorâ tal miéz dal čhamp, 
Tal miéz da strada tutt il dì 
E a la fin lavorâ cussî tant 
Da no rivâ plui a durmî 
Dal lunis al viners cence respîr 
E sàbide e domenie int un altri cantîr 

Pàssin leğs ogni dì, 
Pàssin leğs tal parlament, 
Pàssin leğs ogni dì 
Pe fâ content il president 
Pàssin pez ogni dì 
Pàssin pez daj lôr tacuins, 
Pàssin pez tanche l'aghe 
Ta pissande di Salin.

Lavorare è diventato
Un bel casino,
Lavorare è cercare
Di portare a casa la pelle
Dal lunedì al venerdì senza respiro
E sabato e domenica in un altro cantiere

Passano leggi ogni giorno,
Passano leggi al parlamento,
Passano leggi ogni giorno
Per far contento il presidente
Passano leggi ogni giorno
Passano soldi dai loro portafogli,
Passano soldi come l'acqua
Nella cascata di Salino.

Lavorare in mezzo al campo,
In mezzo alla strada tutto il giorno
E alla fine lavorare così tanto
Da non riuscire più a dormire.
Dal lunedì al venerdì senza respiro
E sabato e domenica in un altro cantiere

Passano leggi ogni giorno,
Passano leggi al parlamento,
Passano leggi ogni giorno
Per far contento il presidente
Passano leggi ogni giorno
Passano soldi dai loro portafogli,
Passano soldi come l'acqua
Nella cascata di Salino.