mercoledì 4 luglio 2012

Buona notte



Ora che ci penso, non ho mai dato la buona notte da questo blog. 

Eppure di notte scrivo volentieri; a volte, a dire il vero, ci ho fatto delle ore più adatte per un buongiorno che per una buonanotte. Stasera, ad esempio, avevo iniziato a scrivere una cosa lunghissima che, poi, ho lasciato stare dopo aver già riempito tre pagine fitte di un file. Perché ci si vedono scritte delle cose, ma ce ne sono altrettante che non si vedranno mai. Quando non esistevano i computer, ho appallottolato quintali di carta; ora basta un “click”. 

Quindi vi do la mia più sincera buonanotte. 
Senza nemmeno sapere chi siate e come la pensiate. 
Senza conoscervi e senza che mi conosciate. 
Magari vi sto dando la buona notte mentre vi state svegliando. 
Magari siete già a dormire da due ore. 

Un gesto semplice può servire a parecchie cose, ad esempio a ricacciare indietro l'assurdo. 
Oppure a tessere un filo lieve e indistruttibile al tempo stesso. 
Ho sempre inteso così la “Grande Rete”: fili lanciati come messaggi nella bottiglia gettata nell'oceano, e affidati ad un caso esattissimo. 
Per questo non amo i canali e le condotte forzate, dell'acqua come della comunicazione. 
Per questo vi getto questa mia buona notte, accingendomi a spegnere tutto e a andarmene a letto. 
È anche rientrato il gatto, e se n'è andato a ronfare sul letto. 
A lui il filo è arrivato. 

Che notte sarà? 
Che sogni porterà? 
Mi sveglierò? 
Ci sveglieremo? 
E chi lo sa. 

Per questo, sì. Per questo. 
Per questo e per i nostri giorni come viti d'Archimede. 
Per questo e per le nostre lune che ci cadono addosso. 
Per questo e per le nostre paure che picchiano. 
Per questo e per le nostre parole perdute. 
Per questo. 

Buona notte.