domenica 4 marzo 2012

Un altro servetto qualsiasi


L'entità pulloverizzata raffigurata nella foto sopra va sotto il nome di Michele Serra.

Informano le biografie di tale entità che essa è nata a Roma il 10 luglio 1954 e che scrive da qualche decina d'anni dei commenti corrosivi più o meno espletati nell'ambito dell'ex Partito Comunista Italiano e dei suoi ancor più o meno derivati. Nel medesimo ambito diventa famoso per satireggiare prima con "Tango" e poi con "Cuore"; come esempio supremo di tale satira, nel 1990 si iscrive contemporaneamente al Partito Radicale, agli Antiproibizionisti e ai Verdi Arcobaleno, contravvenendo allo statuto del PCI e dichiarando, in feroce polemica con Piero Z. Fassino ("Z." sta per Zombie), di averlo fatto per chiedere che la "sinistra" possa diventare "unita e antagonista".

Ventidue anni dopo, il Serra Michele ce lo ritroviamo ancora a corrodere con riquadrini su Repubblica, che fino all'altro ieri -inutile persino specificarlo- sono stati occupati quasi interamente da Berlusconi. Arruolato in pianta stabile, negli ultimi tempi si è dedicato spesso e volentieri ad un'attività altamente apprezzata da quelle parti: il servetto pro-TAV. Non ci sarebbero da spendere eccessive parole su una figura del genere, specializzata da sempre nel leccare tutto il leccabile facendo finta di ironizzare pesantemente, ma tornando a obbedire non appena veniva richiamato all'ordine oppure c'era una "causa superiore" cui uniformarsi. Repubblica ama parecchio queste false figurette "devianti", apparentemente spesso in contrasto con le linee editoriali e politiche, ma che al momento giusto, da buoni picciotti quando il capobastone lo ordina, si mettono buoni buoni al servizio. Per quanto riguarda la TAV, ne abbiamo già vista una, l'illuminato matematico Piergiorgio Odifreddi.

Come il Serra è specializzato in Berlusconi, l'Odifreddi è specializzato invece in anticlericalate, razionalità e scienze. Queste ultime, però, non gli hanno impedito di schierarsi a favore della TAV con argomentazioni di una banalità raggelante, da bar sport. L'altro giorno, da un pizzicagnolo dell'Esselunga, ne ho sentite di singolarmente identiche; solo che quest'ultimo, appunto, affetta salami e impasta salsicce. Non fa il matematico tuttologo su Repubblica. Il Serra è, naturalmente, altrettanto banale e servile; solo che lo deve fare satireggiando nei suoi riquadrini (i quali, va da sé, prima o poi verranno raccolti nel volumetto simil-bestseller, come quelli delle vignette di Forattini).

Poco fa mi è capitata tra le mani una copia di Repubblica di venerdì scorso, 2 marzo. Il riquadrino di Michele Serra, quel giorno, se la prendeva con gli antagonisti. Basta una telefonata, ma che dico, un messaggino SMS: "Ahò, Michè, oggi ce devi scrive du'righe su que' puzzoni d'antagonisti, cerca d'esse' gajardo". E Michè (che non è, purtroppo, quello che s'impiccò nella vecchia ballata di De André) scrive. Non importa sapere esattamente cosa, e in quale prevedibilissimo modo; importa invece ricordarsi di quando voleva la "sinistra unita e antagonista" iscrivendosi al partito dei guerrafondai filosionisti "gandhiani" e alla formazione del fascista cannabinomane Marco Taradash. Logico che, alla fine, uno che ha avuto così ben chiaro che cosa fosse l'antagonismo si sia ritrovato a sbeffeggiarlo si-gnor-sì! quando gli è stato comandato.

S'incazzano parecchio, i micheliserra, quando viene ricordato loro lo status di servi obbedienti che rivestono; si ergono immediatamente, s'imbufaliscono e fanno proclami automatici di libertà e di indipendenza, menzionando magari passati che starebbero a dimostrarle. Il qui presente, invece, ha sempre schifato grandemente le satire istituzionali e promananti dagli organi di partito o dai quotidiani che sono diventati partito. Più ha sentito pronunciare e scrivere, a profusione, la parola irriverente, e più si è ricordato che la cosiddetta "irriverenza" presuppone una riverenza di base che, per il suo tornaconto, permette a volte che la si irrida falsamente e senza mai toccarla nel profondo (è, tra l'altro, la perfetta essenza anche di Striscia la Notizia dell'intoccabile peracottaro Antonio Ricci). Non per niente, il Michele Serra è (o è stato, non ricordo) coautore della bibbia del leccaculismo televisivo, Che Tempo Che Fa, affidato a Fabio "Chupa Chups" Fazio.

Ora il Michele Serra può finalmente mostrarsi per quel fulgido antagonista che è sempre stato, attaccando dai suoi riquadrini repubblichini chi certamente non ha a disposizione cotali e cotanti mezzi per ribattergli a dovere e per fargli presente che è soltanto un altro servetto qualsiasi, a disposizione nel suo campo specifico. Un soldatino che marcia obbediente. Una pecorella forse ancor più dell'encomiato carabinierino figlio di operai. Ora il Michele Serra non fa più feroci polemiche con Piero Fassino: sono entrambi sulla stessa allegra barca, in compagnia dei Monti, dei Virano, degli Esposito, delle Bresso, dei Marchionne, delle Marcegaglia, delle Cancellieri e di quant'altri. Proprio un bel tango, non c'è che dire! O una questione di cuore?