giovedì 1 marzo 2012

PAV - Porta (o Passeggero) a Alta Velocità


Mi son sempre domandato come facciano, 'sti treni a alta velocità, a marciare a dugentocinquanta all'ora e a arrivare in ritardo comunque; un giorno c'è il guasto, quell'altro c'è l'interruzione sulla linea, quell'altro ancora il suicida sui binari, tre giorni dopo c'è la nevicata del secolo, poi c'è il generico problema tecnico e via discorrendo. D'accordo che il treno, nelle delicate e geniali menti di Moretti & co., deve diventare un privilegio per pochi VIP; però che almeno lo sia in orario. Macché; si rassegnino i VIP a pazientare, ché tanto ci hanno il Freccia Club dove possono ingannare il tempo in un locale esclusivo degno del loro status.

Però quel che è successo ierlaltro dalle parti di Chiusi, sul Frecciargento Roma-Brescia, ancora non lo avevo mai sentito. All'ingresso di una galleria, pare, una porta dell'ottava carrozza si è prima aperta e poi sganciata del tutto, andandosi a stiantà' in coda al treno. Se qualche VIP esclusivo del Club (diciamo pure: qualche passeggero cui sono stati chiesti nosferatumila euri per il biglietto, oramai alle biglietterie ci sono gli assistenti psicologici) si fosse trovato nelle vicinanze di quella porta, col treno che andava appunto a 250 all'ora, le Ferrovie dello Stato si sarebbero potute fregiare del primo esempio di PAV (Passeggero a Alta Velocità), in quanto sarebbe stato immediatamente risucchiato all'esterno e scagliato via, giustappunto come una freccia, nell'eternità. O magari ce ne sarebbero potuti essere più d'uno, di passeggeri; nel frattempo, anche la spettabile porta poteva fregiarsi della sigla testé creata, involandosi nell'etere. La Porta ad Alta Velocità, un nuovo servizio offerto dalle Ferrovie dello Stato alla prezïosa clientela; chissà se in Valsusa si sta preparando anche un tunnel laterale per le porte volate via.

Tanto per ribadire, il Frecciargento 9482 era partito da Roma con 30 minuti di ritardo; in seguito alla Porta a Alta Velocità, la linea dei supertreni è rimasta bloccata per due ore. Il Frecciargento, una volta accertato che non c'erano feriti, è ripartito a passo d'uomo per la stazione di Arezzo, dove i passeggeri sono stati fatti scendere e messi su un altro treno. Certo, che come alta velocità non c'è male; saranno arrivati a Brescia con un tre o quattr'ore di ritardo, che vuoi che sia. Tutto è sopportabile con le prelibatezze servite a bordo da Chef Express, minestrine di dado e panini al caucciù pressofuso a prezzi degni dell'Enoteca Pinchiorri, e una volta a destinazione saranno accolti dal Freccia Club. C'è stato uno shift, in Italia. I passeggeri "VIP" sono più o meno trattati come disgraziati (ritardi, porte che volano, riscaldamenti guasti) mentre i disgraziati (i passeggeri ordinari) sono più o meno espulsi dal trasporto ferroviario. I disgraziati, poi (pendolari, studenti...) sono oramai stati invitati ad usufruire del comodo servizio di autospedizione via pacco, usufruendo di quell'altro meraviglioso servizio che sono le Poste Italiane.

Insomma, ci abbiamo anche la porta-killer. L'unica che avessi mai visto prima era in un vecchio film olandese del terrore, De lift, dove un'ascensore posseduto dal demonio ammazzava orrendamente chi vi saliva. La porta dell'ascensore, in particolare, aveva il compito di imprigionare il malcapitato, mentre l'ascensore si metteva in marcia da solo e lo decapitava. Un regista di film horror avrebbe ben altro materiale se frequentasse regolarmente i treni italiani. Potrebbe realizzare dei capolavori: da Il treno congelato (treno impazzito che si ferma in aperta campagna con una temperatura esterna di tredici sotto zero, ghiacciando a morte i passeggeri) a Liquefatti in carrozza (si guastano i condizionatori in pieno luglio, i finestrini sono bloccati e i passeggeri si squagliano atrocemente). Da Il treno fuori dal tempo (titolo volutamente lovecraftiano; alla stazione Termini arriva il Frecciarossa Venezia-Roma partito il 18 novembre 1998, in leggerissimo ritardo, e carico di scheletri) a quest'ultimo La porta assassina, sganciatasi per compiere orrende stragi, e inarrestabile). Prima proiezione a Bussoleno, naturalmente.

Tra i film dell'orrore non potrebbe però mancare La manutenzione. Un horror quotidiano, sembra trasparire dalle decine di denunce presentate ogni anno dalle associazioni di categoria. Come ben si sa, il personale addetto alla manutenzione è stato ripetutamente tagliato; e qui suggerirei al regista di far vedere addetti fatti a fette, Moretti che sega in due un manutentore, personale affidato alle cure del nuovo manager dr. Edward Scissorhands eccetera. Il risultato è che le porte volano, si sospetta qui l'intervento di Harry Potter. Centoventi Porte a Alta Velocità solo nel 2011, non c'è male. Poi dicono che l'horror italiano non regge in confronto a quello americano; solo noi siamo stati capaci di creare un film del genere. Ah, no, non è un film, mi dite...?