giovedì 1 marzo 2012

Impara, Valsusino!


Impara, Valsusino, che tu non sei nulla. Farla finita, una buona volta, con tutte le puttanate sui diritti, sui cittadini e quant'altro; tu sei un suddito. Come tale, devi obbedire e startene buono buono davanti ai superiori interessi. Devi farti espropriare, arrestare, fermare, manganellare. Cos'è la Valsusa? Un territorio insignificante, stretto fra montagne altissime, ma che si trova su una grande direttrice europea: questa è la sua unica funzione. Fungere da contenitore di infrastrutture. Autostrade, strade, ferrovie. Spostamenti di merci e di traffico. Quindi tu, Valsusino, ti devi fare da parte. Devi accettare senza fiatare che ti scavino la montagna, che ti devastino il campo, che ti tolgano e abbattano la casa. Poi, certo, sapranno ricompensarti a dovere, ti parleranno di positive ricadute economiche, ti daranno qualche contentino (forse) che, c'è da giurarci, contribuirà anch'esso a distruggere il già distrutto.

Impara, Valsusino, che della tua opposizione a questi non importa nulla, e che hanno messo in moto tutto il loro apparato per schiacciarti. Sbirri, politicanti, media, propaganda, proprio tutto. Impara che devono comunque avere una gran paura di te, anche se sei piccolo e la tua lotta la mandi avanti con quel che ti ritrovi tra le mani, cioè nulla. Nulla, tranne la tua straordinaria determinazione a non cedere, a non obbedire. Questo fa capire bene perché abbiano preso così tanto ad usare la parola terrorismo: hanno addosso un autentico terrore. Li hai terrorizzati. E te la faranno pagare carissima. Te la stanno già facendo pagare carissima.

Impara, Valsusino, che la loro democrazia non esiste. È una truffa che, ogni giorno che passa, appare sempre di più nel suo profondo e sanguinario lerciume. Per anni e anni te ne sarai andato a votare, ti sarà parso d'avere "scelto" chi doveva "rappresentarti" in base alle tue idee; ora te li ritrovi tutti quanti, compatti, a massacrare te e la tua terra. Impara che nel capitalismo non esiste e non può esistere alcuna "democrazia", bensì soltanto un asservimento agli interessi economici locali, nazionali, globali. Ti organizzano le loro periodiche farse, arrivano in pompa magna a cercare di convincerti con le buone e con le promesse, ma al momento giusto si tolgono ogni maschera e appaiono in tutta la loro violenza. La stessa violenza che, chiaramente, cercano di affibbiare a te, sostenuti da grancasse, giornalisti, questori, menzogne, truppe, blindati e "opinionisti" ben pagati per i loro servigi. La stai osservando direttamente a casa tua, la loro "democrazia", nella sua più intima essenza.

Impara, Valsusino, che non ci può essere più nessun "dialogo" con costoro, perché l'unico "dialogo" che sanno adoperare è quello della coercizione armata. Guardali come invocano, dalle loro tv e dai loro giornali di merda, più repressione. Guardali agitare spettri da servire a tavola ai crassi utenti della loro devastazione e della loro morte. Guardali encomiare il pusillanime obbediente armato fino ai denti al quale un coraggioso ragazzo, inerme e senza toccarlo, urla sul muso ciò che esattamente è: una pecora in assetto da sommossa. Non si nascondono nemmeno più: avrebbero voluto che quello stronzo ti sparasse, ché tanto non sarebbe successo niente e, anzi, avrebbe immediatamente trovato stuoli di difensori come quel Placanica che poi se n'è andato a molestare bambine di undici anni. Lo encomiano perché non ha ammazzato, ma lo avrebbero encomiato anche se lo avesse fatto, stai pur sicuro. Guardali intervistarlo, ascoltalo parlare di "dovere", sentilo ricordare al vasto mondo che è "figlio di operai". Il figlio di operai che va a difendere, prono e senza fiatare, i potentati, le mafie, le pance piene dei Devastatori Armati. Ritireranno immediatamente fuori "Pier Paolo Pasolini", ora; il povero carabiniere "figlio del popolo". Intanto, però, il ragazzo che gli ha urlato in faccia tutto il suo sacrosanto disprezzo, lo hanno già bell'e fermato, ingabbiato. Come dice Caselli: fatti specifici. Si sappia che un "fatto specifico", adesso, può essere anche gridare a un carabiniere che è una pecorella. Una pedina nel gregge comandato. Carnettina da signorsì. (E allora, su, mettete dentro anche me perché sto dicendo esattamente le stesse cose di quel ragazzo. Le sto addirittura scrivendo).

Impara, Valsusino, che può toccare a tutti. Tocca a te come è toccato ai mugellani. Ci si passa dal Mugello, tornando a casa, e si vede la devastazione in uno stadio già avanzato e, in certi casi, già ultimato. Ogni lembo del territorio di questo paese è soltanto una vacca da mungere fino all'esaurimento. Devono farci soldi, soldi, soldi. Lavori infiniti, opere in gran parte inutili, "velocità" a prezzi esorbitanti, espulsione delle classi inferiori, trasformazione di un paese intero in un laboratorio di repressione, di protervia, di sfruttamento. Se potessero, eliminerebbero chiunque si frapponesse. Lo ammazzerebbero, democraticamente s'intende. Guardali sbavare, dai loro "leghisti" ai loro "democratici", dai fascisti ai "cattolici": tutti insieme appassionatamente, sulla tua pelle. Caricano, distruggono, arrestano, recintano...capito? Devono annientarti, e tu devi anche essere ben disposto a farti annientare. Sei parte di una "minoranza", come non ha mancato di rimarcare persino un ministro francese.

Ma è chiaramente, la mia, tutta una serie di raccomandazioni più che retoriche. Tutte queste cose, e anche parecchie altre, le hai già imparate alla perfezione, e assai meglio di me. Lo sai benissimo, Valsusino, che cosa significano tutte queste cose. Lo sai con la tua testa spaccata, con la tua baita spianata, con la tua casa condannata, con il tuo paese in procinto di essere cancellato. Lo sai quando ogni volta, ostinato e tenace, torni a lottare con in mano soltanto la tua voglia di non dargliela vinta, a tutti quei maiali. Lo sai quando rincorri una troupe di figli di puttana che sí, certo, stanno "facendo il loro lavoro"; solo che si sa perfettamente quale sia, il loro sporco lavoro di servi malpagati. Lo sai quando vedi la tua valle invasa da uno spiegamento di forze mandate a imporre il loro ordine, e nonostante questo continui a scendere per le strade, a combattere con niente in mano, a tenerli sempre sul chi vive. Non c'è nessun bisogno di uno come me per ricordartelo, Valsusino, fratello, sorella. Però la realtà è molto diversa da quello che vorrebbero farci credere con le loro bave avvelenate, ed è bene che ognuno la esprima.

Ma sí, Valsusino, lo sai anche tu bene che, alla fine, la faranno la loro TAV di merda, e che ne faranno anche altre dove tanti bei treni per signori potranno perdere liberamente le loro porte, magari risucchiandosene via qualcuno perché hanno tagliato la manutenzione. Chi più blatera di sicurezza, più rende insicuro; è una costante, questa, che l'hai imparata già da tanto, Valsusino, e l'abbiamo imparata tutti anche fin troppo bene. La faranno, ma nessuno dimenticherà. Alla fine, anche se ancora non si sa né il come e né il quando (e forse neppure il dove), il conto sarà presentato; e, per presentarlo, si dovrà non cedere, e non cedere sapendo bene a che cosa si va incontro.

Nella foto: operai. Qualcosa mi dice che i loro figli non siano mai entrati nei Carabinieri.