lunedì 17 ottobre 2011

Vuliti finiri i babbiari...?


Ora, sono anche disposto -pur con alcune comprensibili difficoltà- ad immaginarmi il lettore tipo del Repubblik Beobachter e degli altri giornalazzi di regime; facendo uno sforzo ancora più grande (del tutto assimilabile a quello per la "ponzata" di una cacata di media entità) mi posso figurare un tifoso del gauleiter Von Pietren, un telespettatore del tiggiddùe, la ganza dell'onorevole Fiano e persino un "indignato" che racconta, seduto al desco familiare, di come ha fotografato o filmato il black bloc ed è andato, emozionato come al primo giorno di scuola, a portarlo al più vicino posto di gendarmeria; però ci sarà pure bisogno che qualcuno si prenda la briga di dire a tutti costoro che li stanno prendendo per il culo a rondemà (*). Sono dolente che tale briga venga presa dal sottoscritto, misero tenutario di un blogghino da tre soldi, ma tant'è.

Insomma, chi in queste ore si pasce di repubbliche, di tiggì con qualsiasi numero, di Facebucchi, di corrieri & gazzette varie e di maroni (quelle cose dalle quali si è spesso invitati a levarsi) ha l'impressione che l'Enotria sia percorsa in queste ore da un màschio fremito di demokrazia, e che l'intera naziòna si sia unita nel "blitz anti-blackbloc" (o "antianarchico") che è stato annunciato con gran titoloni, dichiarazioni, proclami e invocazioni di leggi speciali. Orde di "indignati" che affollano i commissariati con videofonini, fotocamere, cineprese in super8, polaroid scovate in soffita e dagherrotipi; retate clamorose nei centri sociali, battaglioni di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa, mobilitazione delle guardie zoofile e protezione in armi della madonnina piangente di Civitavecchia (non avessero a spaccare anche quella). Poi, all'improvviso, le notizie planano in dieci minuti in quarta, quinta, sesta posizione; i titoloni ricominciano a gravitare sul goal di Klose al 93', sulle telefonatine fra Berlusconi e Lavitola, sul parto di Carlabrunì, sul delitto di Avetrana; e si viene a sapere che il "grande blitz" ha prodotto il fermo di una dozzina di ragazzi, l'intercettazione di un camper con cianfrusaglie varie filmate, e alcune perquise a Firenze durante le quali gli agenti incaricati sono stati persino presi per i fondelli ("ma non le potete fare un po' più tardi 'ste perquisizioni invece che alle sei di mattina...?!?").

Traduzione: il "grande blitz" è un bluff. Fermi a parte (che rappresentano comuque un episodio di repressione, e su questo c'è poco altro da dire), la realtà è che non si è trovato assolutamente nulla. Nel famoso camper fermato all'area di servizio Chianti, sono state filmate felpe scure, scarpe antinfortunistiche e scontrini di acquisti fatti a Roma. A Firenze e a Livorno non è stato reperito alcun tipo di materiale; nessun altro fermo o arresto è stato effettuato. Mentre i mentecatti istituzionali sbavano le loro forche, il "blitz" che doveva eliminare una volta per tutte il pericolo "anarcoinsurrezionalista" si sta rivelando una specie di piccola scorreggia, di quelle che in Toscana si chiamano loffie (o loffe). Un'autentica presa per il culo che i poveri "indignati" così tanto solerti nella delazione stanno bevendo alla grande.

Il "vaglio degli investigatori" (chissà perché, ogni volta che leggo o sento questa espressione, mi vedo dei questurini tutti impiastricciati di farina con un setaccio in mano e l'ispettore che urla "ma quando siete pronti che s'ha da fare gli gnocchi..?!?!") dev'essere stavolta qualcosa di veramente impareggiabile, considerando che magari le scarpe antinfortunistiche puzzano di piedi che avèllano e le felpe scure hanno un odorino di sudore che ammazzerebbe uno yeti; casomai gli investigatori volessero "vagliare" pure il sottoscritto, avverto previamente che nel portabagagli della macchina ho un intero set di attrezzi dell'Ikea (martello compreso, prezzo dell'intera scatola euri 4,30), un pericolosissimo pallone SuperTele giallo atto a offendere (nel senso che, se lo tocchi, ti dice "smettila, bucaiolo!"), un paio di scarpacce da trekking svizzere con stratificazioni di puzzo risalenti al devoniano e, ora che ci penso bene, anche una felpa scura che non mi stava più, ma che ora potrebbe essere riutilizzata dato il mio repentino dimagrimento.

Quando poi avranno smesso di pigliare per il culo, magari si potrà anche ragionare un po' più seriamente di quel che è successo a Roma il 15 ottobre. Non che molti non lo abbiano già fatto, ma prima c'è da puntualizzare questa cosina che rappresenta l'ennesima fiction data in pasto a milioni di babbei per i quali la "democrazia" consiste esclusivamente nel lasciarsi abbindolare nei modi più fantasiosi, dalle "elezioni" agli articoli di Eugenio Scalfari, dai "milioni di euro di danni" alle madonnine fracassate (quando però, ogni giorno, vengono fracassate donne in carne e ossa non si assiste a cotante levate di scudi). Milioni di babbei la cui "indignazione" ha mostrato il suo vero volto; eppure sono certo che si continuerà a lottare anche per loro, seppur con la certezza che se ne renderanno conto quando sarà troppo tardi.

(*) "A rondemà": espressione livornese che significa "alla grande, in abbondanza, in gran copia". È di origine francese: "à ronde main" (a mano rotonda, nel senso di "a mano piena").