domenica 6 febbraio 2011

Due gocce di fierezza


Durante l'annuale buffonata sulle "foibe" che si è tenuta oggi a Firenze organizzata dai fascisti governativi, è intervenuta una ridicola tizia cui il suo stesso caporione ha dato di "zoccola".

Non ci sarebbe da dire molto altro; senonché, come riportano i mezzi di informazione di regime, la tizia in questione, non paga della sua nullità totale, si è persino lanciata in una sorta di lectio magistralis davanti a un paio di centinaia di buffoni che partecipavano alla "giornata del ricordo"; una giornata il cui unico e reale ricordo dovrebbe essere quello di spazzarli via.

Una lurida manifestazione governativa a base di "martiri", durante la quale questo sacco di merda ha affermato che "non bisogna fare politica con la storia". Non ho più parole, e non ce ne possono essere. A parte qualcuna, e molto semplice: lotta senza quartiere contro il fascismo e il nazionalismo. Nessuna pietà contro il revisionismo.

Però la schifosa si dev'essere accorta di una cosa, e deve anche avere notato che questa città, chiamata Firenze, pur con tutti i difetti che ha, pur non essendo più quella che era, pur quel che si vuole, ancora non ha perso la capacità di non essere come le altre.

Ha detto, la serva, che a Firenze c'è "conflittualità in occasione di questo appuntamento", e di "non aver visto in nessun'altra città d'Italia una contromanifestazione che contesta". Già, non credo proprio che la vedrebbe altrove, a parte a Livorno.

È bene a questo punto avere due legittime gocce di fierezza, senza perdere mai di vista la realtà, e cercando peraltro di intervenire sempre su di essa con efficacia e senza paura. Due gocce di fierezza certificate da una schiava che si rende conto che, da queste parti, ci sono ancora persone che schiave non sono.

Non ci dev'essere molto abituata a questo, la fascistella imbellettata; la cosa la deve avere colpita. E questo dà il senso di tutto. Qui non c'è trippa per gatti, sudiciumi, razzumaglia, topi di fogna tricolorati.

Le prossime "giornate del ricordo" se le vada a ricordare, assieme ai suoi sventolamerda, da qualche altra parte; tipo, che so io, in culo.

Nella foto: lapide che ricorda i partigiani jugoslavi caduti in Valnerina, Umbria, combattendo a fianco di quelli italiani.