domenica 27 giugno 2010

La disfatta dei CT fascisti e gli stadi del Ghana


Ho vistosamente e ostentatamente snobbato 'sti mondiali di pallone. Però un piccolo post lo devo proprio fare, con malcelata contentezza; e lo scrivo dopo che la tanto idolatrata Inghilterra guidata da una specie di führer italiano, Fabio Capello, è stata presa giustappunto a pallonate dalla Germania. Quattro a uno & go home, a far compagnia al suo compagno di merende Lippi. Di quei due mi sta immensamente più simpatico il tanto vituperato Domenech. Perlomeno quest'ultimo è un tipo decisamente originale, non un cupo, protervo, prepotente ducetto che propone un calcio superato e noioso.

Arcicontento, strafelice per la disfatta totale dei cittì fascisti. Si spera almeno che sia la fine di alcuni stupidissimi miti. Il “gruppo” dove viene imposta la volontà ferrea del capo, con “regole di comportamento” tanto cretine quanto sono fumo negli occhi. Il calcio più bello che io mi ricordi l'ho visto giocare dall'Olanda di Johann Cruijff, una squadra dove pressoché vigeva l'anarchia, e che non ha vinto niente nel '74 e nel '78 perché in entrambi i casi dovevano vincere le squadre di casa (Germania e soprattutto Argentina, quando dopo il colpo di stato el fútbol se lo comió todo, come canta León Gieco nella sua indimenticabile canzone La Memoria).


Questi due, Lippi e Capello, sono accomunati invece, oltre che dal fatto di essere entrambi italiani (e penso che non sia un caso), dalla stessa immensa boria, dall'essere sergenti di ferro, e dall'aver clamorosamente fallito ogni cosa con quelle due loro facce di merda. E la spiegazione è semplicissima.

Nulla è un caso. Ad esempio, in Italia vige attualmente l'ammirazione di regime per il calcio inglese. Tutto è bello in Inghilterra: squadre, stadi belli “per le famigliuole”, sconfitta degli hooligans, successi eccetera. Oh yes. Peccato però che, al pari di quello italiano, il calcio inglese non esiste. È venuto a cessare. Ci sono due o tre Paperoni, in entrambi i paesi (ma quelli in Inghilterra sono generalmente ultramafiosi russi), che fanno tutto quel che vogliono e che hanno distrutto ogni cosa. Le loro squadre non sono “inglesi” o “italiane”: sono una specie di multinazionali che i padroni si possono permettere (lo stesso, va da sé, vale per la Spagna: ma la sua nazionale, almeno, gioca un bel calcio e in quel paese non sono stati così dissennati da disarmare tutto un movimento come invece è avvenuto in Italia e in Inghilterra). Multinazionali, peraltro, cui viene permesso di accumulare debiti stratosferici. Il calcio italiano e quello inglese sono oramai irrimediabilmente inquinati, finiti, morti.

Ovviamente tutto questo dev'essere coperto, quando si va al dunque dei mondiali. Fabio Capello è una nullità, al pari di Lippi. Ai mondiali bisogna portare giocatori inglesi e italiani, non il fritto misto di campionissimi strapagati che formano i club “di élite” dei rispettivi paesi. L'Inter non è una squadra italiana. Il Manchester United o il Chelsea non sono squadre inglesi. Le squadre inglesi e italiane non multinazionali (o almeno in minor grado) sono generalmente formate da giocatori mediocri. Poche squadre hanno letteralmente distrutto il calcio, in nome della finanza e delle televisioni. Giusto che, almeno ai mondiali, i paesi che hanno permesso tutto questo ne paghino il fio, e amarissimamente.

Un cazzotto enorme, l'eliminazione della banda di raccattati del fascista idiota viareggino (idiota e gobbo, vale a dire sinonimi perfetti). Cazzotto altrettanto enorme l'eliminazione dei palloni gonfiati del nazista friulano e delle sue “regole ferree” che non valgono nulla se a calcio non si sa giocare. Cazzotti per entrambi i paesi, e cazzotti incrociati. Cazzotti per il nostro calcio. Cazzotti per chi, quando deve fare il solito e stantio paragone, ricorre sempre all'Inghilterra. Se li friggono in padella, ora, i loro stadi-marketing. Possono andare a ritirare i loro miliardi assieme alle veline e alle “wags”. Fuori dai coglioni assieme al loro niente, alla loro distruzione, alla loro prosopopea. I pugni di ferro li hanno presi sul muso.

Sto semplicemente pensando a che stadi devono esserci in Ghana. Quando si sa giocare a pallone, è tutto. È la sola cosa che conta. Poi, nei “ritiri” si faccia quel che si vuole. Nell'albergo che ospitava gli olandesi nel 1974 ne succedevano di tutte; poi, però, la squadra andava in campo ed era poesia. Questi qui, questi nazistelli da strapazzo, non lo hanno capito: e allora a casina assieme alle loro bande di vomiti pedatori e ai loro soldi.