mercoledì 2 giugno 2010

Chissà come la avrebbe presa


Oggi è stata pubblicata la trascrizione integrale della scatola nera del Tupolev precipitato lo scorso 10 aprile presso Smolensk, in Russia, con a bordo il presidente della Repubblica di Polonia, Lech Kaczyński, assieme ad altri 94 membri dell'establishment polacco.

Lech Kaczyński, naturalmente, era assai pio & devoto. Durante la sua presidenza, la Polonia è stata trasformata sia in una trascurabile appendice della chiesa cattolica, sia in una dépendance dell'amministrazione Bush. Da sindaco di Varsavia, prima dell'elezione alla presidenza della repubblica, impedì per due volte che si svolgesse il Gay Pride nella sua città, arrivando a dire che "gli omosessuali non hanno alcun diritto di manifestare". Si lamentò anche con la polizia, accusandola di non aver represso a dovere la manifestazione che comunque si stava svolgendo senza autorizzazione. Nel 2007, la Polonia di cui Lech Kaczyński era già presidente, fu condannata dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo per violazione della libertà di associazione.

Va da sé che, durante la sua presidenza, dichiarò più volte di guidare la Polonia rifacendosi agli insegnamenti di papa Giovanni Paolo II. Naturalmente ferreo anticomunista. Naturalmente ultraconservatore, ultracattolico, ultraognicosa.

Chissà come la avrebbe presa, se avesse saputo che l'aeroplano che, forse per sua precisa colpa, stava precipitando portandolo a morte assieme agli altri passeggeri, stava terminando la sua corsa fra le ripetute bestemmie del pilota.

La trascrizione della scatola nera è in russo e in polacco. I giornali parlano di "imprecazioni", ma si dà il caso che il qui presente conosca un pochino quelle due lingue. Nella versione russa le "imprecazioni" sono censurate, ma in quella polacca no. Quando si accorge che sta precipitando, il pilota di quell'aereo carico di devotissimi e anticomunistissimi politicanti, capi di stato maggiore, viceministri e candidati conservatori, tira un'autentica e umanissima salva di porche madonne.

Questo infatti, se si ha la compiacenza di scorrere il documento .pdf linkato, è il significato di kurwa ma
ć in lingua polacca, ove mać ("madre") sottintende comunemente la "madre di Dio". L'ultima parola che si è udita, almeno ufficialmente, a bordo di quell'aereo, è stata quindi una smadonnata cosmica; a meno che il pilota non stesse usando l'espressione nel significato letterale ("madre puttana"). E poiché un aeroplano normalmente non ha una madre, è facile ipotizzare a chi si riferisse. Ma chissà che anche tra i passeggeri che stavano schiantandosi al suolo non si udissero in realtà le stesse colorite espressioni, e anche di peggio. Altro che preghierine!