mercoledì 19 agosto 2009

A giro per blog (1): Le Storie Inutili del Colonnello Kurtz


Da oggi, con cadenza alquanto fantasiosa (traduzione: quando mi va, e potrebbe anche non andarmi più), mi metto a fare una cosa che avevo in mente da un po' di tempo. Parlerò un po' dei blog altrui che seguo, ma senza alcuno scopo recensorio (non so se esista la parola “recensorio”, ma comunque suona bene). Solo così per fare un paio di chiacchiere oziose & inutili come un mercoledì d'agosto. E non c'è niente di meglio, per cominciare questa cosa, che delle Storie Inutili.

Storie Inutili, ma non Eccessivamente. Quando, qualche tempo fa, mi sono accorto che il titolare del blog in questione, il Colonnello Kurtz, mi aveva incluso tra i suoi linchi (un linco, du' linchi), è cominciata una sorta di strano rapporto a distanza. Ogni tanto il Colonnello mi piglia un mezzo post, una frase o qualcos'altro; oggi io gli piglio il blog intero e ne favello un po'.

Contatti e relazioni di questa fatta si basano necessariamente su percezioni, intuizioni, traspirazioni. Prima di tutto il “colonnello Kurtz” stesso, cuor di tenebra, Józef Korzeniowski che volle farsi marinaio e poi scrittore inglese, Apocalipsi Näu (regia di Francis Ford Coppola, musiche dei Doors -com'ebbe a dire l'Enrico Fiabeschi del Paz). Ed anche una lontana estate elbana in cui leggevo quel libriccino, quella terribile storiella, the Horror! The Horror! Quest'ultima è una Traspirazione. Lontani ricordi della propria vita che transpercent le membrane temporali per approdare, un giorno, da qualche parte. Con un colonnello Kurtz, prima o poi, dovevo avere a che fare.

Il blog del colonnello Kurtz così approdatomi è fatto, a suo dire, di storie inutili. Ma non eccessivamente. In più, sotto il titolo, nell'apposito spazio dove i bloggherz inseriscono inenarrabili cazzate & variopinte (io compreso, con tutta quella popo' di pappardella che ci ho messo), ci infilato una cosa assolutamente geniale. Recita così: Questo spazio è vuoto perché sono un uomo privo di fantasia. Rivelando così una fantasia assolutamente sconfinata; e a me piacciono “di pelle” le persone che manifestano una data cosa enunciando l'esatto contrario.

Allo stesso modo delle storie inutili del Colonnello, che sono invece utilissime. Sono di natura estremamente varia, come si può vedere dall'esatta categorizzazione proposta sulla homepage. Ma, in massima parte, il blog del colonnello Kurtz è occupato da due tipologie di scritti: recensioni (o meglio, impressioni) cinematografiche e resoconti precisi sulla vita, propria e collettiva, a Parigi ed in Francia.

Leggo con interesse la prima di queste tipologie, ma non ne parlerò qui. Questo spazio è vuoto perché sono un uomo privo di competenze cinematografiche. Ad ogni modo, così tanto per dare qualche indicazione al Colonnello, il film che amo di più in assoluto è La Stangata. E poi anche Il buco di Jacques Becker (e di José Giovanni). Detesto in blocco i film contenenti storie d'amore, perché nessuna storia d'amore è buona ad essere filmata. Ho una venerazione per Luis Buñuel ed evito come la peste bubbonica i minimalisti alla Eric Rohmer. Madonna, non ho mai parlato tanto di cinema come stavolta; meglio che la smetta subito.

Quel che più m'interessa nel blog del colonnello Kurtz, sono i suoi appunti di vita quotidiana. Avete presenti le guide per turisti? Quella del colonnello è l'esatta antitesi; è una antiguida per espatriati. Dal gelato ai parcheggi, dai servizi bancari alle panetterie, dal carattere dei camerieri alla ricerca di un affitto, dalle condizioni dei marciapiedi alle trattorie, dalle bollette della luce e del gas ai semafori. Non manca assolutamente nulla; ma la cosa più bella è il modo in cui il colonnello Kurtz conduce le sue scorribande, un modo in cui mi riconosco appieno.

Ho vissuto anch'io per un certo periodo all'estero, ed anche -nella fattispecie- in Francia (sebbene non a Parigi). Chi si reca all'estero per un viaggio qualsiasi, “turistico” o meno, ha la tendenza, specialmente se appartenente al genere Italicus Perniciosus Expaghettarius, di fare buffi raffronti elementari. Da un lato, appena varcato il confine italiano, per definizione si mangia malissimo; il caffè è regolarmente una schifezza; l'acqua minerale costa un patrimonio; e via discorrendo. Dall'altro lato, all'estero tutto funziona meglio che in Italia; per terra non si vede una cicca; tutti sono più educati alla guida, i negozianti sono più onesti; e via ridiscorrendo. Il colonnello Kurtz si occupa, scientificamente, di far vedere come si vive davvero all'estero (in Francia nel caso specifico, ma potrebbe essere dovunque). Senza miti e senza pregiudizi, né positivi e né negativi. Con la nudità di un osservatore, ma di un osservatore che deve fare i conti con la vita di tutti i giorni e che lo fa non con lo spirito e con gli intenti del giornalistucolo o dello scrittorello da strapazzo. Non cerca il “colore”, l'eccezione, il fatto curioso, la generalizzazione che serve a fomentare stupidi sensi di superiorità o di inferiorità; cerca il vivere così com'è e lo presenta. E, presentandolo così com'è, sega alla base ogni nazionalismo, ché il crasso nazionalismo di questi tempi si nutre in egual modo di stupidi orgogli e di piagnistei imbecilli.

Ci sono casi in cui i servizi di Reggio Calabria sono assai migliori di quelli di Parigi. Casi in cui il caffè di Nogent-sur-Marne è migliore di quello di un bar napoletano. Il sistema francese per la misurazione e la fatturazione dell'acqua è ben più cervellotico ed assai meno efficiente (e giusto) di quello italiano. Ma anche a Parigi si mangiano dei gelati ottimi. Ce n'è per tutti i gusti, in barba alle statistiche sulla qualità della vita. Il colonnello Kurtz non è, fortunatamente, uno statistico; è un descrittore. Bisognerebbe che ognuno, nella città o nel luogo dove si trova a vivere, facesse altrettanto; che girasse, e ne parlasse. Magari, chissà, si scoprirerebbe che a Caltanissetta al 96° posto si vive in modo più degno ed umano che ad Aosta al primo posto; o che nella mitica Barcellona dove vogliono andare tutti gli studentelli fuorisede che “odiano Firenze” perché “è morta, non ci si diverte, non c'è vita, è chiusa” e pititì e patatà, ci si può anche rompere i coglioni di vuotezza, tediarsi a morte in mezzo alla movida e desiderare segretamente, ma disperatamente, d'essere in piazzetta con gli amici a Borghetto Tre Case.

Il Colonnello Kurtz, con le sue giratine, fa a pezzi i luoghi comuni. Mica male, per un uomo privo di fantasia. Però le frontiere, e dico ogni tipo di frontiere, si abbattono anche così. Con un blogghino piccino picciò che, a modo suo, è un quotidiano schiacciasassi di confini; o, se preferite, un tarlo che non si ferma. Consiglio di leggerlo, e bene, anche a chi non ha la benché minima intenzione di stabilirsi in Francia o a Timbuctù (magari apprezzando anche le recensioni cinematografiche e le altre cose): ne vale la pena.