mercoledì 6 maggio 2009

Il viaggio di Leon (1a parte)



Altri luoghi si occupano di canzoni; ma dietro a ogni canzone c'è una storia. Mi va, in questa sera, di cominciare a raccontarne una. E' una storia lunga più di un secolo, con dei personaggi che forse non ci si aspetterebbe di vedere riuniti tutti assieme; a partire dal gruppo punk-psychobilly estone Vennaskond, che nel video qua sopra interpreta una canzone, molto bella, intitolata Leon Czolgosz Song, su immagini di manifestazioni antifasciste e contro la guerra nella Germania di Weimar.

La storia è questa.

Nel febbraio del 2003, John Mellencamp, un noto folksinger americano, fa viaggiare per Internet una canzone che vive un quarto d'ora di notorietà. La canzone si chiama To Washington:



Si tratta di una canzone di protesta contro l'amministrazione di George W. Bush; sui giornali di mezzo mondo compare la notizia che la canzone sta “viaggiando” per Internet, in libero scaricamento, perché l'autore "non trova nessuno che gliela pubblichi." È lo scandalo: se ne pubblicano le traduzioni anche in Italia (ad esempio, sia sul Manifesto che sull' Unità), si invita a scaricarla e a diffonderla e, soprattutto, si inveisce contro la “censura” che colpirebbe un coraggioso artista che, a pochi giorni dall'inizio della guerra in Iraq, osa sfidare il Presidente scrivendo una canzone inequivocabile. In breve, To Washington, questa nuovissima canzone, diventa un "caso": Solo che, in realtà, la canzone non aveva nessun bisogno di essere “pubblicata”. Certo, Mellencamp ne aveva rielaborato il testo per adattarla alla situazione corrente; solo che circolava da un secolo e passa. Con testi diversi, ma con la stessa musica. Si tratta di un cosiddetto borrowed blues, che Mellencamp affida probabilmente alla libera diffusione proprio per dargli maggiore visibilità, e creando lo "scandalo" della mancata pubblicazione. Tanto è vero, più tardi, lo inserirà tranquillamente nel suo album Trouble No More, senza nessun disturbo. Insomma, per farla breve: nonostante il lodevole intento, ed in piena mobilitazione, si tratta di una perfetta operazione promozionale nel quale mezzo mondo abbocca.

Saltiamo al 20 settembre 1926, quando uno dei più grandi virtuosi del banjo, Charlie Poole (nato nel 1892 e morto nel 1931) incide a New York, assieme ai suoi North Carolina Ramblers, una canzone intitolata White House Blues:



La canzone parla di un episodio famoso e drammatico nella storia degli Stati Uniti d'America: l'assassinio del presidente William McKinley, avvenuto nel Temple of Music di Buffalo il 6 settembre 1901 (in realtà, nell'attentato, il presidente rimase ferito: morì però il 14 settembre). A compiere l'attentato era stato un anarchico di origine polacca, Leon Frank Czolgosz; chi abbia letto attentamente questo post, si sarà già imbattuto in questo nome.

McKinley he hollered, McKinley he squalled
The doctor said "McKinley, I can't find that ball"
From Buffalo to Washington

Roosevelt in the White House, he's doin' his best
McKinley in the graveyard, he's takin' his rest
He's gone a long old time

Hush up little children, now don't you fret
You'll draw a pension at your papa's death
From Buffalo to Washington

Roosevelt in the White House, drinkin' out of a silver cup
McKinley in the graveyard, he never wakes up
He's gone a long, long time

Ain't but the one thing that grieves my mind
That is to die and leave my poor wife behind
I'm gone a long old time

Standing at the station, just lookin' at the time
See by it you're running by half-past nine
From Buffalo to Washington

Pay in the train, she's just on time
She'll run a thousand miles from eight o'clock till nine
From Buffalo to Washington

Yonder comes the train, she's comin' down the line
Throwin' them a station message, McKinley's a-dyin'
It's hard times, hard times

Look a-here, you rascal, you see what you've done
You shot my husband with that Ivor Johnstone gun
Carry him back to Washington

The doc told the horse, he tore down the rein
Said to that horse, "You've got to outrun this train
From Buffalo to Washington"

Doctor came a-running, taked off his specs
Said "Mr. McKinley, better cash in your checks
You're bound to die, bound to die"

Ancora prima, nel 1923, il folklorista e studioso della musica country Bascom Lamar Lunsford, aveva riferito nella sua opera Songs and Ballads of American History and of the Assassination of Presidents di aver sentito cantare da Willard Randolph un blues intitolato Zolgotz (chiara storpiatura del difficilissimo cognome dell'attentatore). Si noti come, all'interno della tradizione popolare americana (così sarebbe necessario tradurre la vaga etichetta di musica "country", a mio parere: semplicemente musica popolare), esista tutto un filone dedicato all'assassinio dei presidenti: McKinley era il terzo a subire tale sorte, dopo Abraham Lincoln nel 1865 (per mano di John Wilkes Booth) e James Garfield nel 1881 (per mano di Charles A. Guiteau). Toccò, poi, a John Fitzgerald Kennedy, con le relative canzoni.

Anche Zolgotz è la stessa canzone, forse nella sua forma originaria e "cronachistica":


Zolgotz, cruel man
He shot poor McKinley with a handkerchief on his hand
In Buffalo, in Buffalo

Zolgotz, you done him wrong
You shot poor McKinley when he was walkin' along
In Buffalo, in Buffalo

The pistol fired then McKinley he did fall
The doctor says "McKinley, I can't find the ball"
In Buffalo, in Buffalo

They sent for the doctor, the doctor come
He come in a-chargin', he come in a-runnin'
In Buffalo, in Buffalo

He saddled his horse and he swung on his rein
And he trotted the horse till he outrun the train
To Buffalo, to Buffalo

Forty-four boxes all trimmed in braid
A sixteen-wheeled driver, boys, it couldn't make the grade
To Buffalo, to Buffalo

Forty-four boxes trimmed in lace
Take him back to the baggage, boys, where I can't see his face
In Buffalo, in Buffalo

Mrs. Mckinley took a trip, and she took it out west
Where she couldn't hear the people talk about McKinley's death
In Buffalo, in Buffalo

The engine whistled down the line
A-blowing every station - McKinley was a-dying
In Buffalo, in Buffalo

Seventeen coaches all trimmed in black
Took McKinley to the graveyard but never brought him back
To Buffalo, to Buffalo

Seventeen coaches all trimmed in black
Took Roosevelt to the White House but never brought him back
To Buffalo, to Buffalo

SPOKEN: That was Theodore Roosevelt.

(1. continua)