sabato 28 febbraio 2009

Bologna, 21 giugno 1984




Questa cosa necessita di una piccola introduzione. Questo blog,
olim, era nato per pubblicare vecchie cose dal sottoscritto sparse per la vasta Rete, specialmente in tempi, internettisticamente preistorici, in cui si pagavano salatamente i provàiderz. Arrivavano bollette da suicidio; restare collegati era questione di squisita sconsideratezza, specialmente per chi -come me- scopriva finalmente di avere una valvola di sfogo alle tante, troppe cose che prima erano regolarmente preda di fogliacci inghiottiti dai cassetti o dai cestini della carta straccia. Questa cosa è il mio secondo post in assoluto pubblicato sul newsgroup di Guccini, che allora si chiamava ancora it.fan.guccini; risale al 29 gennaio 1998. E' tornata fuori stasera, e non è sicuramente un caso. Stasera, 27 febbraio 2009, Guccini era a cantare a Firenze, al palasport che ora è detto "Nelson Mandela Forum" (se a giugno vince la destra, magari sarà rinominato "Foibe Forum", o "Amerigo Dumini Forum"). Il 21 giugno 1984 ricordato nel titolo di questa cosa, Guccini era invece a cantare in Piazza Maggiore, a Bologna. Io ed alcuni amici di allora ci andammo, probabilmente segnando una specie di povera data epica nella nostra vita di ragazzi qualsiasi; e fu una serata che resterà per sempre. Qualsiasi cosa sia accaduta dopo, qualsiasi cosa accada ancora in futuro. Una di quelle cose che passerà nel famoso "film dell'ultimo momento", quando si tratterà poi di spegnere i fari definitivamente. Guccini. Guccini Francesco da Modena o Pàvana, di dove vuol essere sono affari suoi come di chiunque. C'è chi lo critica, io per primo in questi ultimi tempi, e c'è chi addirittura lo definisce un "trombone" (dovendo magari avere la saggia accortezza di rendersi conto di quali siano le proprie, e numerose, e meschine trombonate; e in questo novero mi pongo onestamente e naturalmente anch'io). C'è chi lo rimpiange e c'è chi lo indifferisce; intanto, il 21 giugno 1984, cantava e c'erano cinque ragazzi qualunque ad ascoltarlo completamente briachi. Questa cosa ricorda quella serata. Ci sta bene, prima di trascrivere quella cosa, un povero e urlato "W Guccini"; viva Guccini e viva il tempo che fu, vivano quelli che sono vivi, e vivano quelli che sono morti.

Partimmo una sera verso Milano,
Io, Antonio l'americano
Boyboy il cane....

E invece noi partimmo verso Bologna a sera del primo giorno d'estate del 1984. Io, Stefano, Luca e due Paoli. Il secondo Paolo era il fratello minore di Stefano.

Qualcuno di voi si ricorderà sicuramente che cosa accadde quella sera in Piazza Maggiore. Francesco Guccini aveva deciso di festeggiare i suoi trent'anni di attività con un grande concerto in piazza, ed il Comune di Bologna on solo aveva aderito all'iniziativa, ma concesso la piazza principale della città. L'Unione dei Cuochi Bolognesi aveva preparato una straordinaria megatorta di quattro o cinque metri di altezza, da offrire a tutti.

Centocinquantamila persone. Piazza Maggiore strabordante di gente, che invadeva anche le vie laterali. Una marea di gente, di esperienze, di volti diversi, tutti con una cosa in comune: quel signore con la barba nato a Modena, 1,94 di altezza, che da trent'anni componeva canzoni e sinfonie per chitarra e fiasco.

Non partimmo la sera, ma alle due del pomeriggio. Da Firenze, su una strabiliante Fiat 127 di proprietà di Luca. Gialla sporca, targata Cremona 172980 (chissà per quali astrusi percorsi gli era arrivata...) e nelle seguenti condizioni: metà del tetto era tenuto attaccato alla carrozzeria mediante scotch da pacchi (quello marrone largo). Lo sportello laterale destro non si chiudeva, e tale problema era stato risolto mediante filo di ferro che doveva essere slegato ogni volta che si scendeva da quel lato. Sedili con le molle all'aria, cui dovevamo fare attenzione per non farci male; per terra ogni sorta di cose, tra cui una tazzina da caffè rotta ed una copertina delle "Ore" con Ilona Staller stranamente vestita.

In cinque ci montammo. Avevamo tutti 22 anni, tranne Paolo 2º, che ne aveva 20.

La musica, già. Tutte le cassette di Guccini, rigorosamente registrate di straforo. Lo stereo consisteva in un mangianastraccio senza nemmeno la protezione della cassetta e col volume bloccato. Era mio, ce l'ho ancora. Finanze: esattamente lire 45.000 in cinque (con pieno di benzina fortunatamente).

Da Firenze a Bologna c'è un'ora e mezzo di autostrada, un'ora per chi ha una macchina "come si deve". Noi decidemmo di non ardire a fare l'autostrada; la 127 faceva si e no 70 all'ora, e già vedevamo i titoli del tipo:

CINQUE RAGAZZI CARBONIZZATI SULLA FIRENZE-BOLOGNA NELLO SCONTRO CON UN TIR.

(Sottotitolo: SI STAVANO RECANDO A BOLOGNA PER IL CONCERTO DI GUCCINI - LO STRAZIO DEI GENITORI E DELLE RAGAZZE. )

Volendo evitare ai nostri genitori ed alle fidanzate una sgradita rielaborazione di "Canzone per un'amica" (o "In morte di S.F."), decidemmo di fare la Futa. Qualcuno di voi conoscerà quella strada: Firenze, la Futa, la Raticosa (m 984 sul livello del mare). Una salita continua, e di quelle dure. Guccini a volume bloccato, un paio di fiaschi di vino e Luca che guidava sudato fradicio, per la tensione e per il caldo tremendo. Firenze-Futa 2 ore e un quarto. Disquisendo per 1 ora su Amerigo ed improvvisandone una traduzione in inglese ("He probably got out / Closing the green door / Behind his shoulders..."). Qualcuno propose di chiamare la canzone Ameràigo.

Arrivati al confine ci fu uno dei nostri rituali. Stefano è originario di Pavullo nel Frignano, e scese a baciare la terra d'Emilia. Ovviamente lo imitammo, con Paolo 1º che (dato anche il nome) si lanciò in una imitazione del Papa che bacia la terra quando scende dall'aereo. Rimontammo in "macchina" e, berciando le vituperate Cinque Anatre, ci buttammo per la discesa. C'era il Giro d'Italia in quei giorni, dove si era fatto luce un corridore poi svanito nel nulla, tale Zappi. Incrociammo un anziano ciclista che scendeva, lo affiancammo e ci lanciammo all'unisono in un :

VAI ZAPPPIIIIIII!!!!

finendo ovviamente mandati affanculo. Il bello è che lui, scendendo più veloce di noi, ci superava di continuo. Ogni tanto ce lo ritrovavamo affiancato, e giù coi VAI ZAPPIIIIIII. L'ultima volta, a Pianoro, ci mandò

A CAGHER !

con tutto il suo cuore.

E poi Bologna, facendo economia sui panini per comprare più vino. Riuscimmo a piazzarci vicino alla megatorta, per assicurarcene un pezzo (tutto fa...). La mitica Deborah Kooperman sul palco, e pure un gruppo folk di Pavullo che cantava la ninnananna "Nanìn Pupìn". Chissà se qualche ricordo avrà provocato in Stefano e Paolo 2º..... e poi lui.

Una canzone dietro l'altra, con la sempiterna battuta del "thè freddo" con cui Francesco tracanna e tracanna. Come noi, oramai impossibilitati o quasi a reggerci in piedi; tranne Paolo 2º, che aveva conosciuto una e stava lì accanto a pomiciare, anzi, direbbero gli americani, a fare heavy petting.

Poi l'esplosione. Guccini attacca "Bologna".

BOLOGNA, LAA GRASSA INUMANA,
GIA' UN POCO ROMAGNA....

E noi, in coro:

E IN ODOR DI TOSCANAAAAAAAAAAAA

Non so come. Il palco era vicino. Ci sentì, ci fece un cenno con la mano, anzi con il pugno. O meglio, non so se ce lo fece, ma mi piace pensare di sì. Fra parentesi, della torta ne toccò un pezzo solo a Luca.

Non so come facemmo a tornare, stavolta per l'autostrada. Arrivammo a Firenze alle sette del mattino dopo. Tutti alla nostra vita: l'università per me, Luca e Paolo Iº, la caserma per Stefano (è militare di carriera) e qualcos'altro per Paolo 2º.

Gennaio 1998. Quasi 14 anni dopo. Stasera mi telefona Stefano che sì è certo sposato, ha fatto anche carriera ma, stavolta contraddicendo il Vate, non ha fatto una morte un po' peggiore. Anzi, è sempre lui, l'unico e l'inimitabile "Mannello", capitano dell'aeronautica e gucciniano di ferro.Gli dico del newsgroup (che non conosce, non avendo Internet), e ci rimettiamo a parlare del concertone di Bologna. Luca è ispettore delle ferrovie, e credo si canti spesso qualche canzone "in
tema" del Nostro. Paolo Iº fa invece l'assicuratore, se la barcamena in una storia d'amore appassionata e complessa ed ha sempre lo stesso viso da ragazzino.

Di me più o meno sapete qualcosa da un paio di sproloqui sul newsgroup.

Ma c'è la variante GC. GC sta per Grande Consolatrice. Colei che s'è presa Paolo 2º, fratello di Stefano, il 4 gennaio 1996, per tramite di una siringa e di una polverina bianca.

Ed a lui è dedicato tutto questo.

Ciao.
Riccardo.

Riccardo Venturi @iol.it>
Er muoz gelîchesame die leiter abewerfen
So er an îr ûfgestigen ist.