giovedì 20 dicembre 2007

L'evasione del Michè


Fino a qualche tempo fa era la "regola", qui dentro. Vecchie cose ripescate qua e là, in modo da essere consegnate a questo repository. Ora sono diventate l'eccezione; ma stanotte mi va così. Fanculo alle galere: faccio di nuovo evadere il Michè. La prima volta fu il 29 di novembre del 2001, sul newsgroup di De André, con una risposta di Franco Senia che riporto in commento.

Quando hanno aperto la cella...era già tardi. Perché alla parete, impiccato ad un chiodo, pendeva una specie di fantoccio fatto con un po' di paglia, degli stracci e il polistirolo delle cassette in cui venivano portati i pasti. Lo stesso fantoccio che, la sera prima, Michè aveva infilato nel letto per far credere al primo secondino, Baffi di Sego, che dormisse. Appoggiato alla parete, quella col chiodo, aveva imitato il respiro tranquillo di un dormiente mentre la guardia controllava dallo spioncino della porta di ferro; poi se n'era andata, e lui aveva semplicemente rimosso quelle sbarre pazientemente segate per quattro mesi con un manico di cucchiaio.

Tutte le volte che un gallo sento cantar, penserò a quella notte in prigione quando Michè li prese tutti per il culo. La mattina, il secondo secondino entrò nella cella per portare la colazione e cacciò un urlo; urlo che si trasformò in bestemmie quando si accorse che, con una corda sul collo, freddo pendeva un pupazzo di paglia e polistirolo e che le sbarre non c'erano più.
Erano scattate immediatamente le ricerche.
Nessuna traccia.

E pensare che era tutto già pronto; il prete già pronto a rifiutare la messa, la fossa comune, la croce col nome e la data e persino un cantautore semisconosciuto già all'opera con una ballata, falsando un po' la realtà storica e finanche il nome. Perché Michè, non tutti lo sanno, si chiamava in realtà Mike ed era in galera per avere sforacchiato con un fucile automatico un tizio che si era avvicinato un po' troppo non tanto alla sua donna e complice, Mary (chissà perché, poi, èdiventata Marì, con quel buffo accento finale). Si era avvicinato un po' troppo a quella vecchia chiesa sconsacrata dove il Mike aveva nascosto quattrocentotrentottomila dollari, frutto di una rapina a mano armata alla First National Bank di Des Moines. E menomale che, in quello stato, allora non era in vigore la pena di morte; ma altro che vent'anni, gli avevano dato. A marcire in prigione ci sarebbe dovuto restare per tutta la vita.

E nel buio Michè se n'è andato...calandosi con una corda di lenzuola dalla finestra della cella. Un salto nel cortile, agile come un gatto e pronto a sfruttare ogni nicchia per nascondersi ai fasci di luce delle fotoelettriche. Un vecchio, dimenticato cunicolo di scolo visto per caso durante un'ora di libertà cui non aveva rinunciato; il cucchiaio rubato in cucina, pazientemente affilato sfregandolo al pavimento. E quell'ultima lettera a Mary...non era un addio. Era un appuntamento!

Lei lo aspettava in un campo, all'alba; con una vecchia Panhard rubata ad un commesso viaggiatore. Come sarebbe stato possibile passare tutta la vita senza di lei? Avevano voglia di baciarsi, di stringersi, di fare l'amore fino a sfinirsi; ma dovevano scappare. Scappare via. Un amico li aspettava con una barca...

...e c'è chi li vide qualche tempo dopo, in Bolivia, dentro ad una banca. Una ben strana rapina. Il Michè non sapeva una parola di spagnolo, cazzo. Lei e l'amico, Butch, tenevano le pistole spianate sul personale della banca e sui clienti, mentre lui, incerto, balbettava:

"Eso...eso...eso es un robo!"

1 commento:

Riccardo Venturi ha detto...

E marì... diventa etta place :-))), la maestrina che segue i suoi due uomini fino in bolivia.
A questo punto, mi verrebbe da chiedere: ma se mike è il sundance
(quello che spara bene solo quando si muove) e marì è etta, a chi tocca il ruolo di butch? E, inseguendo il demone dell'analogia, a me viene fuori che, alla fine, mike (il sundance) spara in testa a
cassidy che vorrebbe rubarle etta! Ma dai! :-)))))
Te lo immagini? paul newman e katharine ross sulla bicicletta che
amoreggiano, arriva robert redford, spiana le pistole e fa secco il
suo amico dal sorriso inimitabile?
Manco se lo vedo, ci credo!
Preferisco riguardarlo, mentre esce di casa, ancora in mutandoni,
lancia un occhiata a etta che procede abbracciata a butch, per
chiedere all'amico -"cosa diavolo fai?". E quell'altro - "ti rubo la
donna". E la risposta puntale e secca, accompagnata da quel movimento della mano - "bah! fai pure!".

Non mi dispiace affatto, questo mike dalla faccia cangiante, ad ogni modo! Ci ho visto diversi clint eastwood(s). Da quello di "una calibro venti per lo specialista" a quello di "fuga da alcatraz", ovviamente". Qualche traccia dello steve mcqueen di "getaway" e, forse, una breve
comparsata dell'ultimo degli indipendenti, immortalato in "chi
ucciderà charlie warrick?".
La barca, non so perchè, mi ha ricordato quella (fatale) di "carlito's way".

Mi hai ricordato tutte queste "fughe per la libertà".
E anche molte altre.
Ma niente miché. Sono cocciuto! Miché continuo a leggermelo a modo
mio. Fra via del campo e un destino ridicolo.
Per il tuo "robo" filmico preferisco un'altra colonna sonora. Quella che parla di tutto "quello che non ho"!